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ATIPICA aprirà i concerti evento di Fabrizio Moro. L'intervista: "Con Spacciami il cuore abbraccio il caos".

  • Immagine del redattore: QBMusica
    QBMusica
  • 31 mar
  • Tempo di lettura: 4 min

ATIPICA spacciami il cuore
ATIPICA - SPACCIAMI IL CUORE

Venerdì 14 marzo è uscito in digitale "SPACCIAMI IL CUORE", il singolo d'esordio di ATIPICA, cantautrice e polistrumentista, calabrese, classe 2001. Il brano, prodotto da 3D & 23 TheMiracle (Mind the Gap), racconta l’abbandono totale a un sentimento tanto travolgente quanto rischioso. Nelle date a Roma e Milano di Fabrizio Moro, sarà proprio ATIPICA a suonare come open-act, una grande occasione per consolidare la sua presenza nella scena musicale italiana. A pochi giorni da questo "esordio di fuoco", l'abbiamo intervistata per conoscere le sue emozioni e i suoi progetti, trovate l'intervista subito dopo il collegamento a Spotify.





Ciao! Innanzitutto, per cominciare e rompere un po’ il ghiaccio, come stai? Ormai qualche settimana fa è uscito il tuo primo singolo…

Mi sento grata, la verità è che fino a qualche settimana fa le mie canzoni le canticchiavo solo in camera. La possibilità di arrivare a più persone è la cosa che maggiormente mi preme e mi stimola nel creare. Sono molto contenta e non vedo l’ora di continuare.

 

Raccontaci un po’ “SPACCIAMI IL CUORE”, come è nato il brano e cosa rappresenta per te

Il brano è nato, come dicevo, in camera. Avevo la prima strofa e il ritornello, così come capita spesso di iniziare una cosa e non proseguire. Poi distrattamente l’ho fatta sentire in studio e Davide è rimasto abbastanza entusiasta del pezzo e questo mi ha spinto a portare avanti il lavoro e quello che volevo dire nel testo. Parla di avere la capacità di accettare il caos in una relazione e personalmente, avendo sempre il bisogno di avere il controllo delle cose, non avere linee guide mi mette in difficoltà. Quello che volevo dire con questo brano è che ogni tanto bisogna abbracciare questo caos che non è poi così male.

 

Leggo che hai iniziato a scrivere molto presto, a 17 anni. Come è nata questa esigenza e cosa rappresenta per te la musica, considerando anche se sei polistrumentista

La necessità di iniziare a scrivere è nata a 16-17 anni, anche se già da prima scrivevo dei pensieri. E sono sempre stata appassionata di musica. Poi è nata questa esigenza, legata anche ad un mio periodo difficile che mi ha portato a legarmi ancora di più ai miei testi e a dire “c’è qualcosa di mio che voglio comunicare”.

 

Sempre restando legati alla domanda precedente, quando scrivi un pezzo, per te nasce prima la musica e poi il testo (o viceversa) o le cose vanno di pari passi?

Nel mio caso è molto 50 e 50. Le cose nate in contemporanea sono sempre quelle che mi soddisfano di più. Spesso nasce tutto da alcune frasi, raramente ho il testo e metto su la musica. Mi sento più a mio agio quando magari inizio a suonare e scrivere qualcosa e poi portare avanti il messaggio.

 

La frase chiave della canzone è “spacciami il cuore tuo se vuoi”, una vera e propria resa emotiva, se vogliamo. Ci puoi raccontare come la consapevolezza prende spazio in queste parole?”

Come dicevo prima, la voglia di controllo, porta anche in negativo ad avere un distacco dalla realtà quotidiana e situazioni di confusione. Più che resa “passiva” parliamo di accettazione. Dire anche se sarà difficile e letale, sono disposta e consapevole a farlo.

 

L’amore è al centro di questo tuo esordio musicale. Un amore totalizzante, passami il termine. Quale è secondo te, la più bella canzone d’amore mai scritta, secondo ovviamente la tua sensibilità e ci sono stati brani che ti hanno, per cos’ dire, ispirato nel tuo percorso?

È una domanda abbastanza tosta! La prima canzone che mi è venuta in mente è la stupenda “Amarsi un po’” di Battisti. In cui ci sono poche parole, ma universali, almeno a me fa questo effetto. Battisti è uno degli artisti con cui sono cresciuta, anche grazie a mio padre e ai suoi CD in macchina. Poi per approcciarmi alla scrittura c’è stato un periodo in cui ascoltavo tantissimo e ascolto tutt’ora Amy Winehouse. Anche se mi parla in un’altra lingua, nei suoi testi ho sentito qualcosa che mi ha fatto scavare dentro di me e trovare parole che altrimenti non avrei trovato. Inoltre, grazie a mio fratello ascolto molto rap, questo è un genere che ho approcciato in adolescenza e da cui ero molto distante perché ascoltavo prevalentemente cantautorato con cui sono cresciuta. Il fatto di non avere pregiudizi nel campo musicale mi ha portato ad ascoltare un po’ tutto

 

Tra qualche ormai pochi  giorni aprirai i concerti di Fabrizio Moro a Roma e Milano. Ti senti pronta?

Sono pronta ed emozionata. C’è un po’ d’ansia, ma non in negativo, anzi mi sta caricando. Non vedo l’ora perché è una grandissima occasione anche per far sentire il pezzo appena uscito e sono onorata, non ho altre parole

 

Per concludere una domanda rito: qual è l’augurio che fai a te stessa e alla tua muisca?

L’augurio che ci farei è quello di continuare a viaggiare, anche metaforicamente. Anche se a volte potrei sentirmi incompresa, voglio seguire ciò che sento di dover dire augurandomi di arrivare a più persone possibile.


E allora non ci resta che fare ad ATIPICA un grandissimo in bocca al lupo, con la speranza di vederla presto sul palco come protagonista!

 
 
 

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