FOLCAST: tra spontaneità e paternità in TUTTI I MIEI PIANI
- QBMusica
- 5 ott 2024
- Tempo di lettura: 5 min

“Tutti i miei piani” è il nuovo EP di Folcast, in uscita venerdì 4 ottobre 2024, su tutte le piattaforme digitali. Un lavoro autobiografico che pone al centro l'ecletticità dell'artista e che mette in risalto una verità narrata in brani che affrontano storie di vita.
Folcast, talentuoso cantautore della nuova scena indie italiana e terzo classificato a Sanremo Giovani 2021, ha alle spalle un EP, due dischi e numerose partecipazioni a festival e manifestazioni, il 7 giugno 2024 è tornato sulle scene con “1+1”, una ballad che racchiude le esperienze degli ultimi anni, seguita il 26 luglio da “Manifesto Egoista” feat. Carlo Amleto, i primi due singoli estratti da “Tutti i miei piani”, il nuovo disco di inediti prodotto da Tommaso Colliva.
7 sono le tracce racchiuse in un EP in cui è possibile ritrovarsi, c'è totale libertà nell'interpretazione dei brani ed è possibile ritrovarsi tra le parole. di seguito la tracklist:
01 - Tutti i Miei Piani
02 - Manifesto Egoista (feat Carlo Amleto)
03 - Nuovo anno
04 - 8 di Mattina
05 - Non ci passa più
06 - Se scoppiassi tu
07 - 1+1
L’album verrà presentato con due appuntamenti eccezionali in full band, curati da OTR Live: il 5 dicembre al Biko di Milano e il 21 dicembre al Largo Venue di Roma (per i biglietti clicca qui!)
Per conoscere meglio l'album, ma anche il cantautore romano, è possibile proseguire con la lettura e scoprire cosa ci ha raccontato in un'intervista fatta senza troppe sovrastrutture, ma in cui il flusso ha scelto che direzione prendere. Grazie Folcast!
È stato necessario iniziare l'intervista facendo i complimenti per un album che entra in modo sincero e diretto sin dal primo ascolto.
È un album che varia molto, soprattutto per quanto riguarda il ritmo delle canzoni. Passiamo infatti da “Non ci passa più” a “Manifesto egoista” o, ne cito un’altra, come “Se scoppiassi tu” che se posso dire, la mia preferita. Ti riesce facile variare nei generi e ritmi oppure no?
Il fatto di essere eclettico, nell’accezione positiva del termine, senza il rischio di fare tutto e nulla, fa parte del mio modo di fare musica, cioè il parlare di più tematiche anche se di base c’è sempre un filo che lega le canzoni. Mi viene spontaneo, senza pensarci troppo. L’EP è legato alla mia esperienza di vita e la musica e ciò che scrivo accompagnano un determinato momento della mia vita. Per quanto riguarda la parte musicale, tutto quello che ascolto e che ho immagazzinato mi auguro mi permetta di fare quello che ho in mente con la massima libertà e senza precludermi niente, senza però perdere il concept che è fondamentale.
Prendi tutto e poi ne fai uscire una canzone. È un album che nasce dalla pancia e dalla tua esigenza di esprimere qualcosa attraverso la tua arte
La pancia è una cosa che sto capendo negli ultimi tempi e la metto spesso nelle cose che faccio. Quando mi ritrovo a scrivere delle cose durante una session con altre persone mi fido molto di ciò che mi dice la pancia e non la incolpo se in un primo momento tutto non è troppo valido
A chiudere l’album c’è 1+1, già singolo. Nella tua pancia c’è stata la domanda “voglio far uscire questa, è quella giusta da far uscire per spingere l’album”?
È un discorso che si fa con più persone e mi fido di chi mi circonda. Quando si parla di come progettare l’uscita di un progetto nuovo ci si relaziona con chi fa il lavoro di distribuzione e sa meglio di me cosa potrebbe essere più vantaggioso. Si va sempre nella parte di business che a me non interessa, anche se molto interessante. Quando è uscito 1+1 come brano ero super contento ed è andato bene in termini numerici. È un brano su cui ho lavorato tanto tempo fa, è uno dei primi che ho scritto per il disco e ha senso anche per questo.
Hai scritto tanto tempo fa questa canzone ed è quella che ha anticipato l’album..
Si in termini di gestazione è stata molto lunga ed è normale. L’immediatezza è rara, non succede mai che ti esce una bella cosa oggi e la vorresti far uscire domani, lo puoi fare se lavori da solo, ma non è il mio caso per fortuna perchè condividere fa sì che il progetto assuma un valore più alto.
Mi ha incuriosito molto la canzone “8 di mattina” che, possiamo dire è una vera e propria presa di coscienze di tutti gli argomenti all’interno della canzone, anche in modo scherzoso
Questa è un’interpretazione, tu la leggi così e si alleggerisce, ma in realtà nel momento in cui l’ho scritta io avevo parecchio da buttare fuori. Il mandarlo a quel paese era sentito, si tratta di persone vicine e strette a cui voglio ancora bene ma è capitato uscissero fuori commenti sacrificabili, ma crescendo si capisce che le cose che puoi evitare di dire sono più importanti di quelle che puoi dire. Potremmo dire che la dedica è a quelle persone che non evitano di dire delle cose quando potrebbero fare silenzio.
La cosa bella della musica è che ad ognuno arriva una cosa differente
È un’interpretazione che non ho pensato quando l’ho scritta ma è una cosa bella
In un post di un paio di giorni fa, parli di una persona a te molto cara, tua figlia. Quanto questo cambiamento così importante ha influito su questo album e sulla tua musica? E ti cito “hai cambiato tutti i miei piani”, in che modo?
Si, li ha sconvolti e stravolti. È la prima volta che lo dico a libello pubblico, sono molto attento alla mia sfera privata, ritengo questo una cosa importante. Parlare di mia figlia mi mette in imbarazzo, ma per risponderti da quando c’è lei sono completamente rincoglionito e questo è alla base. Ha stravolto i miei piani ma è una cosa molto bella e liberatoria, mi ha reso più sicuro di me stesso. Questo è incomprensibile fino a quando non hai a che fare con questa situazione. La paternità è anche quello che viene dopo la nascita e devo dire che mi sembra che un po’ stia cambiando la tendenza secondo cui sono solo le madri a dover crescere i figli, anche se ci sono delle rimanenze di quella visione lì, che non rientrano nella mia visione perché io sto con mia figlia e sono contento di starci e dedicarle del tempo. La mamma non è più la donna che deve stare a casa e limitarsi a questo, non sarebbe mai dovuta nascere una teoria culturale del genere, ma oggi si deve andare avanti e per fortuna la tendenza stia cambiando verso una parità.
Ultima domanda di rito: cosa auguri a te stesso e alla tua musica per il futuro?
Auguro a me stesso e alla mia musica di provare sempre forte stupore e di emozionarsi di fronte a cose apparentemente sciocche, di scoppiare a ridere e a piangere senza un motivo e di avere delle storie sempre da raccontare e di farlo sempre in modo coerente
Teresa Argenziano
Arianna D'Ambrogio
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