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Gaudiano: la parola chiave è "coraggio"


Gaudiano, vincitore delle nuove proposte del 71º Festival di Sanremo, torna con il nuovo singolo “RIMANI”, dal 14 maggio in radio e in digitale.

Abbiamo avuto modo di scambiare due chiacchiere con questo talentoso artista, continuate a leggere per scoprire cosa ci ha raccontato.


Ciao Luca, benvenuto! È un piacere averti con noi. Come stai?

Ciao! Tutto bene, grazie a voi dell’invito.


Prima di parlare del tuo nuovo singolo “Rimani” (uscito il 14 maggio) raccontiamo un po’ di te. Ti sei avvicinato da adolescente alla musica grazie alla chitarra regalata dal tuo papà. Ti sei trasferito da Foggia a Roma per studiare teatro musicale. Quanto ti ha aiutato fare questa esperienza?

L’esperienza del teatro musicale a Roma è stata importantissima e ci tengo a dire che non voglio rinunciare a questo tipo di percorso che voglio vada di pari passo con la mia musica. Mi ha aiutato tantissimo perché, anche grazie al maestro Gino Landi, sono riuscito a migliorare tutte le skills comunicative; sono riuscito ad andare oltre ‘gli schermi’ proprio perché il pubblico non era presente e quindi ho affrontato i vari palchi sicuramente più “a cuor leggero”, sicuro di ciò che stavo facendo.


Sei stato il vincitore dell’ultimo Sanremo Giovani con “Polvere da sparo”, un brano autobiografico che personalmente ho amato molto. Con quali emozioni hai affrontato quel palco? Da bambino guardavi il Festival di Sanremo?

Grazie mille per i complimenti. Sanremo è stato un turbinio di emozioni anche dovute ai protocolli anti Covid che noi artisti abbiamo dovuto seguire. C’erano ovviamente le interviste in hotel ma si respirava comunque tanta adrenalina soprattutto una volta giunti all’Ariston... Penso di essermi gustato davvero ogni momento di quell’esperienza pazzesca. Sarei stato comunque felice perché l’obiettivo principale per me era raccontare la mia storia. Sono molto felice che tanti si siano riconosciuti nel mio testo. E’come se tutte queste persone fossero state lì insieme a me su quel palcoscenico. In generale Sanremo è sempre stato di tradizione a casa mia. E’ un evento importantissimo dove da sempre tutta la famiglia si riuniva per commentare a volte in maniera critica (ride, ndr) ma anche e soprattutto per affezionarsi alle canzoni e ai cantanti che poi hanno fatto la storia. Era davvero un bel momento.


Arriviamo a “Rimani”. Il brano nasce una notte avvolta dalla solitudine. Mi ha colpito il frammento in cui si parla del prezzo da ‘pagare per il successo’. Come stai conciliando questo momento fortuito con la tua vita privata?

È stato un periodo difficile. Mi sono abituato a tutto il cambio repentino per istinto di sopravvivenza. Chiaramente a causa della perdita precoce del mio papà in qualche modo, dentro di me, era scattata già una molla che mi diceva “Luca, focalizzati sulle cose davvero importanti da fare”. È un percorso che non ho ancora concluso. Secondo me è importante non cambiare e lasciare che la normalità della vita rimanga intatta. Il brano parla anche e proprio di questo.


Hai dedicato questo brano a chi ha il coraggio di amarsi in tempi di “precarietà sentimentale”. Qual è il tuo punto di vista rispetto a questo tema?

Questa canzone è dedicata a coloro che hanno il coraggio ‘a quattro mani’ e decidono di continuare ad amarsi nonostante tutto. Ho fatto una riflessione e credo che, purtroppo, l’umanità sia sempre meno slegata e che in maniera forse inconsapevole ci sia la convinzione del ‘farcela’ da soli’ e di poter bastare a sé stessi. E questa è proprio una conseguenza di questa precarietà. Al contrario voglio diffondere un messaggio probabilmente romantico ma direi fedele a modelli sentimentali di una volta, con i quali siamo cresciuti. La parola chiave di tutto ciò è coraggio.


Tempo fa ho letto che eri in procinto di lavorare al tuo primo disco. A che punto sei? Come vorresti che fosse?

Per quanto riguarda l'album, vorrei che presentasse la totalità della mia musica. Questo significa che vorrei che parlasse non tanto di Luca in quanto tale ma di come mi relaziono alla natura, al mondo, ai rapporti umani. Le canzoni ci sono ma ci vorrà ancora il giusto tempo prima che esca. “Polvere da sparo” ha fatto sicuramente da apripista, Rimani è sicuramente un brano diverso, non per questo leggero. Pino Daniele in ‘Quando’ canta: “Chi vuole un figlio non insiste”. Ed è proprio così… non bisogna correre ma lasciare i giusti tempi per far sì che il risultato sia soddisfacente.


A fine novembre ci saranno due appuntamenti live (21 ai Magazzini Generali, Milano e il 25 a Largo Venue, Roma). Come ti stai preparando a quel momento?

Dopo tutto questo tempo di stop per la musica, credo che il pubblico che vorrà venire ad ascoltarmi dal vivo meriti uno spettacolo che valga il doppio del prezzo del biglietto stesso. Vorrei tanto che il live fosse “spettacolare” e ovviamente non sarà ‘basic’ ma ci saranno diversi musicisti sul palco con me. Guardo con molta ispirazione a grandi artisti internazionali e ai loro show. Penso a Justin Timberlake, Lady Gaga, Dua Lipa, Beyoncé ecc..


Cosa pensi dei cantautori italiani del passato? C’è qualcuno in particolare a cui ti ispiri?

Nel mio caso l’ispirazione è da un punto di vista “critico” e non prettamente musicale. Fra tutti posso dire che, anche grazie al mio trasferimento a Milano, ammiro Enzo Jannacci e Gaber. Entrambi cantautori milanesi di alto livello che mescolavano una grande ironia con un piglio critico. Sono cresciuto con le loro canzoni e perciò mi sento davvero molto legato al loro mondo e alla loro arte. Non nascondo però un altro grande amore: Fabrizio De André.


Se dovessi pensare a qualche artista con cui duettare chi sceglieresti e perché?

Posso dire che in questo momento mi sento davvero fortunato perché sto lavorando con Andrea Mariano (Andro) e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Loro sono stati estremamente accoglienti e gentili nei miei confronti e fra di noi è nata una bella intesa. Sono molto orgoglioso e felice di tutto questo anche perché sono un loro grande fan. Sono cresciuto con la loro musica e li ho visti dal vivo diverse volte. Andro è un ottimo producer e di cuore mi auguro nasca una collaborazione.


Sei originario di Foggia... Che rapporto hai con la tua terra d’origine?

Il rapporto con la Puglia è ottimo, magnifico... Ad agosto tornerò lì a godermi il mare e non vedo l’ora. Prima ci saranno alcuni live estivi in cui avrò occasione di tornarci (Battiti Live di Radionorba). Sicuramente mi dispiace molto quando la mia terra si rende - ahi noi - protagonista di vicende di malavita. Altresì sono molto fiducioso della rinascita e credo che i pugliesi siano un popolo molto attivo dal punto di vista sociale. Un progetto che mi piacerebbe realizzare a Foggia è quello di aprire una scuola musicale proprio per coinvolgere ragazzi e ragazze e creare una bella sinergia.


Accennavamo prima al fatto che anni fa ti sei spostato a Roma mentre ora vivi a Milano. Com’è stato trasferirsi in due città così grandi e importanti?

Milano ha per me un approccio più ‘di quartiere’, mi trovo davvero benissimo perché trasmette moltissime energie positive. Per quanto riguarda Roma è una città che non ha bisogno di presentazioni. Ho cambiato quartieri nel corso del tempo. All’inizio abitavo a Roma Sud, nel quartiere Don Bosco ma le mie giornate erano interamente dedicate all’accademia vicino Giulio Agricola. Non c’era modo di viversi a pieno la città. Quando poi mi sono avvicinato al centro ho avuto modo di scoprire meglio questa meravigliosa città. Bisogna considerare ovviamente che all’inizio, provenendo da una realtà provinciale, ci è voluto un po’ di tempo per abituarsi a ritmi di vita così diversi.


In ultima battuta ti chiedo: qual è l’augurio che fai a te stesso e alla tua musica?

L’augurio migliore che potrei fare alla mia musica è sicuramente mantenere una coerenza nella ricerca che faccio durante la scrittura delle canzoni. Come dicevo prima vorrei rimanere fedele a me stesso e possibilmente non rincorrere un trend particolare. Questo credo sia l’augurio migliore che possa fare a me e alla mia musica.


BIOGRAFIA:

Nasce a Foggia il 3 dicembre del 1991, da madre insegnante di lettere e papà ingegnere. Ed è proprio suo padre ad iniziarlo alla musica, regalandogli una chitarra per il suo quindicesimo compleanno.

Dopo il diploma, si trasferisce a Roma per approfondire gli studi musicali alla Da.Re.C Academy di Gino Landi e vive alcune soddisfacenti esperienze nell’ambito del teatro musicale: tra le altre, “Greenday’s American Idiot” nel 2017, regia di Marco Iacomelli, e il musical workshop “Once” della Compagnia della Rancia nel 2019, regia di Mauro Simone.

Nel 2018 accompagna verso la fine terrena suo padre, che lotta senza rancore ed estrema dolcezza contro un tumore al cervello. L’esperienza dolorosa lo induce a trasferirsi a Milano e concentrarsi sulla sua musica. Compone le sue prime canzoni, tra cui “Polvere da sparo”, dedicata all’amato papà.

Nel 2020 debutta con un 45giri digitale, “Le cose inutili”(Adom Music/Leave Music), con all’interno un lato A, “Le cose inutili”, scritto durante lockdown, e un lato B, “Acqua per occhi rossi”, e firma il suo primo contratto di distribuzione con Sony.

Dopo un folgorante percorso ad Amasanremo, si aggiudica un posto tra le Nuove Proposte del Festival di Sanremo 2021, che vince proprio con il brano “Polvere da sparo” (Leave Music/Adom Music /Sony Music), trasmesso ininterrottamente da dicembre 2020 in tutta Italia.

Il 14 maggio 2021 esce il suo quarto singolo, “Rimani” (Adom Music/Sony Music/Epic). A accompagnarlo nel suo percorso musicale, fin dal suo esordio, il producer Francesco Cataldo.


Flavia Paoli

Simona Valentini

Arianna D'Ambrogio

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