“ALIENI” è il secondo album di Matteo Alieno, uscito lo scorso 2 dicembre per Honiro Label. Il disco si compone di 11 tracce inedite prodotte da Matteo insieme a Marta Venturini e racchiude le Insicurezze di un ventenne che si sente sempre fuori posto. È il canto di una generazione che si sente aliena sulla terra.
Matteo Alieno racconta tutto questo con un linguaggio essenziale ed evocativo, incrociando l’introspezione del nuovo cantautorato italiano con una metaforicità simile a quella di Gianni Rodari.Ai singoli già usciti quest'anno ("Giovani Vecchi", "Giungla", "Il Tuo Ritratto" e "Dimmi") si aggiungono sette brani di cui uno ("Bambino Gigante") esclusivamente su vinile, che continuano a mettere in luce la capacità di Matteo nello spaziare su mood e stili diversi: dalle canzoni-manifesto “Alieno” e “Più O Meno”, alle romantiche “Lucciole” e “Mi Vieni In Mente Sempre”, fino alle fantasiose e sognanti “Telegorniali” e “Sì”.
Matteo Alieno sintetizza in un impasto fresco e unico il rock anni ‘70, i classici della canzone italiana e l’indie pop di ultima generazione. Lo abbiamo intervistato per voi.
PH: Federico Di Donato
Matteo Alieno racconta "ALIENI": la nostra intervista
Ciao Matteo, benvenuto! Venerdì 2 dicembre è uscito "Alieni", il tuo nuovo disco. Come stai vivendo l'emozione di un nuovo lavoro?
Ciao, sto vivendo bene questo momento. Purtroppo, io sono un tipo che pensa subito al prossimo step. Sono concentrato a pensare a quello che verrà dopo, a portare in giro questo progetto, scrivere nuove cose. Ci saranno dei live finalmente e porterò sia questo disco che quello precedente che è uscito nel 2020. Quell'anno non è stato il migliore per far uscire un disco per ovvi motivi e quindi finalmente li suonerò entrambi e sono felicissimo. Nei live ti rendi conto di quello che hai fatto effettivamente. Il "successo" di un disco non lo puoi vedere solo dal digitale, non te ne rendi conto da lontano.
Il tema base di questo disco è l'insicurezza che è un sentimento tipico della tua generazione dei ventenni ma che, aggiungo io, è trasversale anche per le altre generazioni. È anche per questo motivo che si possono associare il tuo nome d'arte con i titoli dei tuoi dischi? (Alieno- Astronave- Alieni)?
A me piace raccontare la mia vita attraverso i dischi quindi anche la mia crescita umana prima di tutto. Questo disco l'ho voluto chiamare così perché penso che tutti si sentano un po’ alieni in questo momento storico, soprattutto quando qualcuno prova la solitudine. Mi sono tolto dalla pretesa magari di sentirmi l'unico che si sente diverso dagli altri; tutti possono esserlo se presi in una certa situazione
La copertina mi ha molto incuriosito: ci sei tu al centro di questa sala cinema dove ci sono altri spettatori con degli occhiali 3D. Cosa osservano, il tuo mondo o la società?
Della società penso, prima di tutto. Loro stanno guardando tutto quello che succede anche magari traditi da questi occhialini che fanno sembrare tutto luccicante, più bello. Io invece magari sono semplicemente distratto dai miei pensieri e neanche indosso gli occhialini. Allo stesso tempo queste persone sono miei amici, parenti, persone che hanno lavorato al disco. Ho volutamente deciso di mettere loro in copertina perché alla fine penso che li abbia sempre visti, ognuno a suo modo, persone normali. Le ho sempre invidiate in un senso buono perché avrei tanto voluto sentirmi normale anche io. Sono dei punti di riferimento per me.
A proposito di punti di riferimento la produzione del disco è stata curata direttamente da te e da Marta Venturini. Raccontaci com'è andata.
È stato bellissimo perché è sempre stato tutto molto spontaneo. Lei ha questo modo di lavorare che si basa sul sentire le cose e suonare, senza farsi troppe pippe mentali. Nonostante la differenza di età sembravamo fratello e sorella che suonano insieme. Io, per esempio, sono uno molto paranoico, penso sempre alle cose prima di farle. Marta, invece, mi ha sempre detto magari "fermati, facciamo così e basta". Quest'approccio mi è servito molto, senza di lei non so se avrei mai finito il disco.
Le tracce secondo me, anche legate tra di loro, sono "Mi vieni in mente sempre" e "Dimmi". Volevo chiederti come ti aiuta la musica ad affrontare una delusione d'amore?
Aiuta a metabolizzare l'amore che è anche una sensazione difficile da spiegare. Le canzoni, come secondo me tutte le forme d'arte, hanno un po' il super potere di raccontare le emozioni. Se io senza nessun tipo di artificio ti vengo a spiegare che ne so, che amo una persona, non traspare la mia sensazione. Se scrivo una canzone o in altri casi dipingo un quadro o scrivo un film poi arriva l'emozione di chi ha scritto e quindi sono convinto che l'arte sia forse l'unico mezzo per raccontare i sentimenti facendoli sicuramente provare agli altri.
Qual è la traccia che senti più importante?
Ti direi "Telegiornali", molto densa di contenuti ed è esaustiva. Sono contento di com'è venuta, del finale molto musicale. Mi è piaciuto mettere molta musica in questo disco. Oltre ai testi ci sono diversi intermezzi strumentali a cui tengo molto.
Ci sono degli artisti che ispirano la tua musica?
Nella vita ho due miti, forse sono banale ma ti dico Lucio Dalla in Italia e a livello internazionale Michael Jackson. Il primo è un pilastro in assoluto, del secondo sono stato sempre fan da quando ero bambino. Pensa che non volevo andare a scuola perché volevo guardare i dvd dei suoi concerti. Quando ci andavo indossavo un guanto di paillette per assomigliargli, ero un invasato (ride,ndr) . Mi hanno sempre influenzato e continueranno a farlo penso per sempre perché toccano vette altissime nella musica.
C'è qualcosa che ha caratterizzato il tuo passato e presente musicale?
Io faccio musica da tantissimo tempo, scrivo da molto le mie canzoni e ultimamente stavo ripensando in questo periodo a quanti passi in avanti ho fatto, sono migliorato a livello tecnico. Sono importanti anche tutte le persone che ho conosciuto e incontrato ai live e non solo.. parlo di produttori, cantautori, giornalisti, fruitori di musica in generale. A loro voglio molto bene e fanno parte dello stesso microcosmo felice in cui voglio vivere per sempre. Sto facendo quello che mi piace fare e credo di aver trovato il mio posto nel mondo che credo sia una delle cose più difficili da fare.
Per concludere la nostra domanda di rito. Cosa auguri a te stesso e alla tua musica?
L'unica cosa che mi viene in mente e che auguro a me stesso e alla mia musica è poter suonare ed essere suonata in giro. Non vedo l'ora!
In bocca al lupo Matteo!
BIOGRAFIA
Matteo Alieno, al secolo Matteo Pierotti, sembra venire da un’altra epoca, probabilmente il ragazzo è proprio di un altro pianeta.
Classe 1998, autore, polistrumentista e producer: per le sue canzoni si ispira alla musica sempiterna di Dalla, Battisti, De Gregori e a tanto rock made in UK come David Bowie, Rolling Stones, Beatles. Basta guardare una sua foto con il caschetto alla Brian Jones per pensare che per lui il tempo si sia fermato, invece non è così. Matteo Alieno guarda al passato ma muove passi verso il futuro. Dopo aver firmato per Honiro Label, pubblica i suoi primi singoli attirando già attenzioni di riguardo. La sua canzone “Non Mi ricordo” diventa una sigla per un programma su RDS e tra i vincitori del “Primo Maggio Next 2020” pubblicando un video in cui suona chitarra, basso e batteria. Nell'ottobre 2020 Matteo Alieno atterra sul mercato discografico con il suo primo album “Astronave” che porta Matteo all’attenzione delle principali testate di settore, che lo segnalano talvolta come uno dei migliori esordi dell’anno.
"ALIENI" è il suo secondo disco.
Interview by: Flavia Paoli
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