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Alba piena: intervista ad Andrea Biagioni


Classe 1988, Andrea Biagioni nasce in provincia di Lucca e si avvicina alla musica all’età di 10 anni, per poi diventare polistrumentista. Il cantautore toscano è tra i 24 protagonisti di Sanremo Giovani con il brano Alba Piena (il contest, suddiviso in quattro pre-serali e due prime serate in onda su Rai1 dal 17 al 21 dicembre, dà la possibilità agli artisti “Under 36” di gareggiare al prossimo Festival di Sanremo 2019).

Abbiamo avuto il piacere di rivolgere all'artista qualche domanda, facendo una passeggiata tra il suo passato, il suo presente e quello che gli riserverà il futuro.

Andrea Biagioni si avvicina alla musica sin da bambino, intraprende un percorso che lo porterà ad avere pianoforte, chitarra, percussioni, basso elettrico e armonica a bocca come compagni di vita. La sua gavetta inizia a soli 14 anni e acquisita consapevolezza ed esperienza, inizia a partecipare ad alcuni Festival, a suonare come turnista e a mettersi alla prova con il Musical Magnificat.

Quando hai capito che la musica sarebbe stata la tua strada?

Tutto è cominciato all’età di 8 anni, a casa dei miei, quando un amico chitarrista ha portato una chitarra. La passione per la musica in casa mia ha sempre coronato tutti i bei momenti. Quando ha cominciato a suonare mi sono commosso, non so come mai, la passione per le persone che suonano permane fino ad oggi.

A dieci anni ho iniziato a suonare il piano, poi la chitarra da autodidatta, fino a diplomarmi. È stato un innamoramento viscerale.

Abbiamo chiesto all'artista di mettersi nei panni di un piccolo Andrea, pieno di sogni e aspettative per il futuro.

Cosa avresti voluto fare da grande se non ti fossi avvicinato alla musica?

Non ne ho idea, sono sempre stato curioso, dipingevo tantissimo, mi incuriosiva l’arte in generale. Magari avrei fatto il pittore, chissà.

Nel 2016 Andrea approda ad X Factor, dove presenta il suo inedito “Il mare dentro” (da cui l’omonimo EP), viene notato da Manuel Agnelli, suo caposquadra che, terminato il percorso nel talent, lo arruolerà per aprire le prime 12 date del Folfiri o Folfox tour 2017 degli Afterhours.

Un talentshow come XFactor ha i suoi pro e i suoi contro, quali sono stati per te?

Quella di XFactor è stata un’esperienza forte. I contro possono essere stati il livello di stress che ti mette a dura prova, il fatto di essere un po’ condizionato, di non essere completamente libero di apparire artisticamente e di mostrare in televisione la tua identità a 360 gradi. XFactor ti segna a livello personale, è come fare il militare musicale.

Tra i pro c'è sicuramente l'aver conosciuto Manuel, gli Afterhours, lavorare ad un livello molto più alto rispetto a prima.

Il momento del live è importantissimo per chi fa della musica un lavoro, soprattutto se al centro dello spettacolo ci sono gli strumenti.

C'è un'esibizione live, non solo del periodo "xfactoriano", che ti ha emozionato di più rispetto alle altre?

Senz'altro quando ai Bootcamp ho cantato Hallelujah di Leonard Cohen, quella fu una grande sfida perché non avevo mai cantato live fino a quel momento. Quello è un brano che mi porta sempre in posti emotivi particolari, mi ha permesso di mettermi completamente a nudo.

Com'è strutturato secondo te un live? Quali sono le sue caratteristiche positive e quelle negative?

Per me il live è diviso in due parti: il pre live e il live stesso.

Per me il prelive è importantissimo, deve essere tutto perfetto dopo il check, perché in questo modo poi posso non pensare più a niente, riesco a farmi guidare dal momento e dalla performance. La parte più stressante è costituita dai minuti prima del live, poi una volta che sei sul palco, con l’esperienza, riesci a lasciarti andare.

Per quelle ore passate sul palco una persona studia una vita, aspetta; ne vale la pena, credetemi.

Per quello che hai vissuto fino ad ora, com'è stata l'esperienza sanremese? Quali sono le tue aspettative per quello che accadrà nel Festival?

Mi aspetto di suonare tanto perché sto facendo tutto questo per rendere ancora più concreto il mio lavoro, per poter suonare e portare in giro i miei brani.

Per adesso è stato più semplice di X Factor, a Sanremo sono più libero di proporre quello che mi piace, quello che mi rispecchia di più, mi sento più a mio agio.

Ho scelto di portare un brano che è un po’ una “pecora nera” tra quelli proposti, è stata una scelta un po’ rischiosa, ma è un pezzo che mi rispecchia.

Perché secondo te "Alba Piena" dovrebbe vincere Sanremo?

Questo è un brano che si fa ascoltare in modo sincero, con semplicità e chiarezza, senza tanti filtri davanti. È un brano che ti porta indietro nel tempo, a quando bastava una voce e una chitarra alla Bob Dylan, anche se il paragone è enorme.

C'è un augurio per il futuro che faresti a te stesso e alla tua musica?

Mi auguro che mi venga dato modo di fare quello che so fare, nel modo che ritengo più giusto. Può andare bene o no, ma almeno io ho avuto l’opportunità di dare il massimo.

Di seguito è possibile trovare il testo di Alba piena:

Verità non essere gelosa che io sia una bandiera un cuore inciso sulla schiena, siamo solo ipotesi che non lasciano mai un segno chiaro nessuna scritta sulla pietra Perché no, devo dirtelo da tempo ma non so potevo dirtelo da tempo

Mentre tu sai rispondermi sempre anche quando non sei dentro questi confini non saremo felici mai

Mentre tu ricominci la lotta io mollo la presa dentro questi confini

non saremo felici mai È da troppo tempo che non combatto più con quell’idea di giusto che ti sei fatta tu

Sono un’alba piena e la mia curiosità per quello chi mi spetta di tutta la realtà e perché no volevo dirtelo da tempo, ma non so volevo dirtelo da tempo

Mentre tu sai rispondermi sempre anche quando non sei dentro questi confini non saremo felici mai

Mentre tu ricominci la lotta io mollo la presa dentro questi confini non saremo felici mai

Mentre tu sai rispondermi sempre anche quando non sei dentro questi confini non saremo felici mai

Mentre tu ricominci la lotta io mollo la presa dentro questi confini non saremo felici mai

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