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  • Arianna e Simona

LA VITA LE COSE: intervista a Mille


Dal 3 luglio sarà in rotazione radiofonica LA VITA LE COSE,il nuovo singolo di Elisa Pucci, in arte MILLE, disponibile su tutte le piattaforme digitali a partire dal 1° luglio.

Se con il suo singolo d’esordio, Animali, ha disegnato e descritto le sfaccettature tipiche di ogni essere umano, in questo nuovo inedito Mille vuole raccontarsi un po’ più da vicino. Senza dilungarci troppo, vi lasciamo alle parole dell'artista.


Ciao, per iniziare, parlaci un po’ di te. Chi è Mille?

La somma di piccole catastrofi e lente evoluzioni, salite e discese, appuntate su un quaderno a righe

chiare, messe nero su bianco attraverso i tasti del pianoforte. Non saprei essere altro.


Nella tua biografia possiamo leggere che il tuo primo approccio con la musica è avvenuto da

bambina, quando hai falsificato la firma di tuo padre per partecipare allo Zecchino d’Oro. Hai

qualche ricordo di quella prima esperienza?

Ricordo tutto, perfettamente, e se mi concentro sento anche il profumo dell'Antoniano. Mariele Ventre che mi accarezza il mento e mi invita a sorridere, sorridendo a sua volta, è il regalo il più bello.


Sempre facendo riferimento a questo episodio, la musica è una passione coltivata solo da te o “è di famiglia?”

E' una mia passione, in casa si occupano di tutt'altro, però capitava che mio padre dedicava le canzoni a mia madre strimpellando una chitarra classica un po' scordata ed ho impresso nella mente il viso di lei che canticchia “c'eeera una vooolta una gatta, che aveva una macchia neeera, sul muso, una vecchia etc etc..”. Il suo volto assumeva un'espressione talmente serafica e dolce che quella bellezza è la musa ispiratrice per il mio canto.


Devi il tuo nome alla spedizione dei Mille di Garibaldi, quindi al tuo carattere combattivo.

Questo tuo temperamento ti ha in qualche modo aiutato nel tuo percorso?

Nasciamo che abbiamo tutto da imparare, farsi un po' più in la dei nostri timori è necessario per provare a iniziare qualcosa di nuovo. Non voglio combattere però, mi voglio allenare ad avere spalle larghe, occhi aperti e cuore pronto. Questo mi aiuta in tutto quello che faccio.


Sempre dalla tua biografia apprendiamo della tua esperienza al teatro. Come vivi il rapporto

tra queste due arti?

Il palcoscenico è uno, e adoro pensare che la recitazione, il canto, la composizione, il disegno, siano parte di me,ovvero le mie braccia e le mie gambe a supporto della mia materia grigia.


Qualche anno fa hai fondato la band “Moseek” di cui sei cantante e autrice. Con loro hai

partecipato ad x-Factor nel 2015 sotto la guida di Fedez. Cosa ti porti dentro di quell’esperienza e come ha influito sul tuo modo di fare musica?

Il palco di XFactor è il paese dei balocchi per me, e l'esperienza in toto è stata forgiante, bella,

divertente e molto utile in termini di visibilità. Ha influito molto conoscere alcune persone che sono tutt'oggi punti di riferimento, come Fausto Cogliati, il producer che affiancava Fedez, che mi ha trasmesso tantissimo. E poi porto nel cuore la stima di Skin, le sue parole e il momento in cui abbiamo cantato insieme sul palco dell'after party della finale di XFactor. Un regalo della vita.


Dal momento in cui hai deciso di dedicarti anche alla carriera da solista, c’è stato un passaggio dalla lingua inglese a quella italiana. A cosa dobbiamo questa scelta e in quale lingua riesci ad esprimerti meglio?

Finito il tour di due anni con i Moseek ho avuto il tempo e la calma per sperimentarmi in qualcosa che non avevo mai fatto. Le canzoni che scrivo per i Moseek sono legate ad un suono, ad una questione estetica e la narrazione si basa su una media tra la mia di storia e quella dei miei compagni. La curiosità mi ha spinta a scrivere le prime parole in italiano, e dal timore iniziale tipico dei nuovi viaggi, mi sono spinta oltre quello che potevo immaginare. Le canzoni hanno tracciato un percorso, al quale ho dato il nome “Mille” e sono un vestito che ho cucito addosso rispettando il millimetro delle mie circonferenze.


A precedere il singolo “La vita Le cose”, è stato il brano “Animali”. Esiste un filo conduttore tra

i due? Cosa li accomuna e cosa li distingue?

Sono i primi due capitoli della mia storia, fotografie che delineano la geografia dei sentimenti e dei fatti segnanti della mia vita. Quando scrivo faccio fede a quello che ho vissuto, il filo rosso è la malinconia che mi fa sedere al pianoforte e mi fa scrivere di quando c'è il sole e di quando ci sono le nuvole.


Parliamo ora del tuo ultimo singolo. Vuoi raccontarcelo?

In “La vita, le cose” vengono messe al centro le piccole cose, quelle che spesso trascuriamo.


Quanto è importante prenderci cura di queste “piccole cose” nella nostra quotidianità?

Prendermi cura delle piccole cose mi fa sentire ricca, fortunata, mi dà la netta percezione che sono dentro alla vita che sto vivendo e che non la faccio scorrere davanti agli occhi. E' il modo in cui supero le stagioni. E ne “La vita le cose” ne celebro la poetica.


Concludiamo con una domanda di rito: qual è l’augurio che fai a te stessa e alla tua musica?

Mi auguro di saper godere profondamente di tutto quello che di buono arriverà.


Buona musica, Mille!


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