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DIARIO DI UN FESTIVAL CHE RIMARRÀ NELLA STORIA (e nel cuore)

  • Immagine del redattore: QBMusica
    QBMusica
  • 9 feb 2022
  • Tempo di lettura: 6 min

La fine del Festival di Sanremo è un po' come la fine di un viaggio, lascia quel velo di malinconia che fa da scia a giorni vissuti in una bolla, in cui è consentito l'accesso solamente a spartiti, spettacolo e una giusta dose di follia. E quest’anno è stato, se possibile, più magico, intenso e folle che mai.

Martedì 1 Febbraio si è alzato il sipario su di una scenografia mozzafiato: protagonista centrale la tanto temuta e amata scalinata, ai lati la meravigliosa orchestra, che fa risuonare nell’Ariston e nelle nostre case le prime note volte ad accordare gli strumenti. Che lo spettacolo abbia inizio: la prima serata prevede la presentazione dei primi dodici brani, dei venticinque big in gara, inaugurata da un impudico e scalzo Achille Lauro, inconfondibilmente a suo agio, seguito dalle voci calde e soul di Yuman e Noemi, per poi aprire le porte all’allegria e l’entusiasmo di Gianni Morandi. La rappresentante di lista fa ballare, Michele Bravi, Massimo Ranieri, Mahmood e Blanco, tris di emozioni, successivamente Ana Mena, Rkomi, Dargen D’amico e, in conclusione, Giusy Ferreri.

Un debutto contornato dalla co-conduzione di Ornella Muti e dalla straordinaria presenza di molti ospiti, come Claudio Gioè, Raoul Bova e Nino Frassica, assolutamente fondamentale quella del “Mattarella dell’intrattenimento”, Rosario Fiorello, amico fraterno del direttore artistico Amadeus: unico nel suo genere, non si smentisce mai, ha reso suo il palcoscenico, con un’esplosività e spontaneità disarmanti. E a proposito di dominare il palco, un grande ritorno, quello dei Manëskin, che dopo aver fatto un giro intorno al mondo, lavorato con leggende e conquistato tutto, si sono commossi proprio sulla stessa stellina incollata al pavimento che li ha visti spiccare il volo.

Altro momento toccante, quello in cui l’orchestra accompagna, per un’ultima esibizione, sulle note di “La Cura” il Maestro Franco Battiato, venuto a mancare lo scorso maggio.

Indimenticabile l’arrivo, quasi intimidito, del numero sei al mondo del ranking ATP, che sta scrivendo la storia del tennis italiano e che, le italiane, le ha fatte innamorare tutte, Matteo Berrettini.


Momento di entusiasmo all’arrivo dei Meduza, gruppo formato da tre ragazzi italiani, Mattia Vitale, Luca De Gregorio e Simone Giani, famosi in tutto il mondo dal 2019 per la loro musica house.


La seconda serata non ha nulla da invidiare alla prima, reduce da un record di ascolti. Amadeus ricorda, commosso, Monica Vitti, scomparsa all’età di 90 anni. Lorena Cesarini, co-conduttrice della serata, ci accoglie con un libro in mano, per spiegare con gentilezza il problema del razzismo. La scaletta prevede, anche per questa serata, una combinazione di esordi come quelli di Sangiovanni, Aka7even, Giovanni Truppi, Highsnob & Hu, Tananai e Matteo Romano, direttamente da Sanremo Giovani, e grandi ritorni: Le Vibrazioni , Emma, accompagnata da Francesca Michielin in veste di direttrice d’orchestra, Iva Zanicchi, Elisa, Fabrizio Moro, Ditonellapiaga e Rettore e Irama. Sul palco “due fulcri straordinari della musica e della comicitàChecco Zalone, che ha diviso nettamente a metà l’opinione pubblica, e Laura Pausini, un complesso di emozioni e potenza vocale, e non solo, accompagnata (a sorpresa) da Mika e Alessandro Cattelan, futuri colleghi, in quanto impegnati nella conduzione del prossimo Eurovision Song Contest, a Torino.


Prima della classifica provvisoria, che vede sul podio Elisa, Mahmood e Blanco e la Rappresentante di Lista, le voci calde di Arisa e Malika Ayane presentano i due possibili inni delle Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026.


La terza serata, dedicata al riascolto di tutte le canzoni in gara, inizia con gli auguri e le note di “Grande, grande, grande” di Mina, dedicata a Sergio Mattarella, rieletto Presidente della Repubblica.

Regina indiscussa di stile ed eleganza, Drusilla Foer, a fianco di Amadeus per l’intera serata, capace di attirare l’attenzione completamente su di se, sui suoi otto meravigliosi abiti, le sue parole taglienti e i mezzi di comunicazione diretti, ma mai di troppo.


Con Cesare Cremonini, superospite della serata, ci siamo immersi in un mare di ricordi e di accordi dolcemente accompagnati dalla sua inconfondibile voce e con Roberto Saviano ci siamo commossi, ricordando alcune importanti vittime della mafia, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Rita Atria.


Altro intervento commovente, quello di Martina Pigliapoco, carabiniera marchigiana, che ha salvato una donna dal suicidio.

Inoltre, Anna Valle, in tutto il suo splendore, interviene in un abito rosso super chic firmato Alberta Ferretti, per presentare la nuova fiction di cui è protagonista.


Avete presente il momento in cui siete in macchina e, in radio, parte quella canzone che non ascoltavate da anni e che vi fa impazzire come il primo giorno, quindi alzate il volume al massimo e iniziate a cantarla a squarciagola? Ecco, questo è stato, per intero, il mood del quarto appuntamento, dedicato alle cover, per il primo anno non solo italiane, ma internazionali.

Di seguito l’elenco completo:


Noemi – You make me feel like a natural woman

Giovanni Truppi – Nella mia ora di libertà, con Vinicio Capossela e Mauro Pagani

Yuman – My Way, con Rita Marcotulli

Le Vibrazioni – Live and Let Die, con Sophie and the Giants e il maestro Beppe Vessicchio

Sangiovanni – A muso duro, con Fiorella Mannoia

Emma – Baby One More Time, con Francesca Michielin

Gianni Morandi – Medley, con Jovanotti

Elisa – What a feeling, con Elena D’Amario

Achille Lauro – Sei bellissima, con Loredana Bertè

Matteo Romano – Your Song, con Malika Ayane

Irama – La mia storia tra le dita, con Gianluca Grignani

Ditonellapiaga e Rettore – Nessuno mi può giudicare

Iva Zanicchi – Canzone

Ana Mena – Medley, con Rocco Hunt

La Rappresentante di Lista – Be my baby, con Cosmo, Margherita Vicario e Ginevra

Massimo Ranieri – Anna Verrà, con Nek

Michele Bravi – Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi

Mahmood & Blanco – Il cielo in una stanza

Rkomi – Medley di Vasco Rossi, con i Calibro 35

Aka7even – Cambiare, con Arisa

Highsnob e Hu – Mi sono innamorato di te, con Mr. Rain

Dargen D’amico – La bambola

Giusy Ferreri – Io vivrò senza te, con Andy dei Bluvertigo

Fabrizio Moro – Uomini soli

Tananai – A far l’amore comincia tu, con Rosa Chemical


Stavolta è Maria Chiara Giannetta il braccio destro di Amadeus, che ci delizia con la sua spontaneita, la sua freschezza, portando sul palco un simpaticissimo dialogo tra innamorati, scritto e interpretato con Maurizio Lastrico, esclusivamente realizzato con testi di famosi canzoni del panorama italiano ed un emozionante monologo in cui racconta, insieme ai suoi “angeli” non vedenti, il suo periodo di preparazione necessario per interpretare il suo primo ruolo da protagonista nella fiction Rai “Blanca”, una giovane consulente della polizia, appunto, non vedente.


A trionfare, Gianni Morandi, dopo aver fatto emozionare e scatenare tutti con il medley che prevedeva “Occhi di ragazza”, “Un mondo d’amore”, “Ragazzo fortunato” e “Penso positivo”, insieme al suo caro amico Lorenzo Jovanotti tornato, poi, sul palco in veste di superospite, recitando con la sua inconfondibile delicatezza la poesia “Bello Mondo” di Mariangela Gualtieri.


E in un attimo arriva Sabato 6 Febbraio, la serata conclusiva, in cui conosceremo la classifica ufficiale e il vincitore del settantaduesimo Festival della canzone italiana.

Ad inaugurare la finale, una platea in piedi e con la mano sul cuore, commossa all’ascolto dell’inno di Mameli, suonato dalla Banda della Guardia di Finanza.

Ad impreziosire queste ultime ore di musica, che vibra tra le pareti dell’Ariston, un’iconica e spontanea attrice italiana, Sabrina Ferilli, che conquista tutti proponendo la sua semplicità, mai scontata.


Inoltre, ospiti “le farfalle azzurre”, atlete della nazionale di ginnastica ritmica dell’Aeronautica Militare, che hanno volteggiato sulle note di “Upside Down” di Diana Ross.


Un altro grande regalo, la presenza di Marco Mengoni. “L’artista, ospite sul palco della finale di Sanremo 2022, emoziona il pubblico con un elogio della gentilezza, articolato tra le parole di odio, parole della Costituzione, poesia e musica. Con lui sul palco Filippo Scotti, il protagonista del film di Paolo Sorrentino ‘E’ stata la mano di Dio’. A conclusione di questo “particolare” dialogo Marco Mengoni canta ‘L’Essenziale’, brano con cui vinse nel 2013 il Festival di Sanremo. Il cantante torna sulla scena una seconda volta per presentare il suo ultimo singolo ‘Mi fiderò’.” scrivono sul sito Rai.


E’ il momento della classifica, si parte dal venticinquesimo posto, in cui troviamo Tananai, fino ad arrivare al podio: Elisa, Mahmood e Blanco e Gianni Morandi. Parte il secondo ed ultimo televoto della serata, che proclama vincitori e, di conseguenza rappresentanti dell’Italia all’Eurovision Song Contest, Mahmood e Blanco, con il brano “Brividi", seguiti da Elisa con “O forse sei tu” e Gianni Morandi con “Apri tutte le porte”.

Premio della critica “Mia Martini” va a Massimo Ranieri, premio della sala stampa “Lucio Dalla” consegnato a Gianni Morandi, vince Fabrizio Moro il premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo ed Elisa il premio “Giancarlo Bigazzi” per la miglior composizione musicale.

Tra coriandoli, festeggiamenti e applausi, cala il sipario, il Festival volge al termine e tutto torna alla normalità.


E cosa rimarrà di quella bolla magica? Rimarranno i ricordi, l’entusiasmo di vedere di nuovo quel teatro colmo di anime bisognose di emozionarsi ed emozionare, finalmente dal vivo; rimarranno i bozzetti di grandi stilisti, resi poi opere d’arte sugli artisti, che ci hanno provocato la frenesia di conoscere nuove melodie e la bellezza negli occhi di un cantante che, su quel palco, fa vibrare il cuore e ci dona un pezzo nato dalle sue emozioni. Rimarranno le fragilità di ognuno di noi, che ci siamo emozionati, e poi scatenati, e poi commossi, abbiamo avuto i brividi e abbiamo riso a squarciagola.

Rimane la voglia di vedere, prima o poi, i sorrisi e le risate nascoste sotto quella mascherina, ma è stata immensa la gioia nel poter intrecciare di nuovo gli sguardi; rimarranno i momenti di follia e allegria, tra un saluto a Zia Mara, una Papalina e qualche flessione.


Con la speranza che rimanga anche l’entusiasmo di vivere, cantare a squarciagola e divertirsi, ogni giorno, così, come la settimana del Festival, in cui la musica è al centro, insieme all’integrazione, al confronto, alla riflessione e alla voglia di condividere, con gentilezza e decisione una parola buona, una nuova nota o un bouquet di fiori.

Perché Sanremo è Sanremo!

Claudia Tocchi



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