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Calvino: Saturno racconta quello che può accadere tra sonno e risveglio


Saturno è il nuovo singolo di Niccolò Lavelli, in arte Calvino, uscito lo scorso 13 novembre.

Calvino è nato tra le nebbie della bassa padana alla fine degli anni '80 in un paese dal nome evocativo e contradditorio: Romano di Lombardia. Nel 2010, dall'incontro con Silvio Centamore alla batteria, Alessandro Rigamonti al basso e Andrea Dall'Olio al violino, comincia un percorso prima di sperimentazione dal vivo e successivamente in studio che lo porta alla registrazione, nel Novembre 2011, del Primo EP "Giuda". Nel marzo 2012 Niccolò inizia a collaborare con il Blend Noise Studio di Federico Bortoletto. Da qui, sotto il nome CALVINO, nasce il secondo EP "Occhi pieni occhi vuoti", uscito il 5 novembre 2013. A poco più di un anno torna con il suo primo album “Gli Elefanti” che si distanzia dall’EP per gli arrangiamenti meno essenziali e le sonorità più solide.

Successivamente si vede impegnato in più di 50 date in giro per l'Italia e condivide i palchi della penisola con diversi artisti come IOSONOUNCANE, Colapesce e Motta. "Che Male C’è", pubblicato il 30 ottobre è il singolo che ha preceduto Saturno e arriva dopo diversi anni di "pausa/non pausa".

Noi di QBMusica lo abbiamo intervistato per voi, continuate a leggere per scoprire cosa ci ha raccontato.


Ciao e grazie per essere con noi oggi! Per cominciare parlaci un po’ di te, chi è Calvino e a cosa dobbiamo la scelta del nome d’arte?

Calvino è un progetto musicale, partito da me, Niccolò Lavelli, e che nel corso degli anni si è arricchito di molte altre anime artistiche, come Tommaso Spinelli e Marco Giacomini. Calvino nasce nel 2013 da una volontà di ricerca sul mio modo di scrivere canzoni. Mi è sempre piaciuta l’idea che le parole possano trasformare la realtà. Quando ci si avventura in posti sconosciuti e pericolosi è necessario scegliersi una guida, una protezione: Italo Calvino è stata la mia scelta.


“Saturno” è il tuo ultimo singolo, come ce lo presenteresti?

Saturno racconta quello che può accadere in quel breve ma infinito momento tra sonno e risveglio. Credo che quel momento in realtà si allunghi e sia presente anche quando siamo svegli. Può essere lo spazio della follia ma anche un serbatoio in cui trovare nuovi significati per la realtà che abbiamo di fronte.


Gli ultimi due singoli, “Saturno” e “Che male c’è”, arrivano a 5 anni dall’ultimo progetto discografico. Cosa ti ha portato questo periodi di “stop”? Ti senti maturato a livello artistico?

Questo è stato un periodo di “stop” solo dal punto di vista delle pubblicazioni. In realtà ho continuato a scrivere, a registrare e produrre canzoni con l’aiuto di Tommaso Spinelli e Marco Giacomini. E’ vero però che Calvino non è l’unica mia occupazione nella vita e questo periodo mi ha portato tante altre cose personalmente importanti. Credo che in questi nuovi brani ci siano tutte le fatiche e le gioie che mi hanno accompagnato in questo periodo di pausa.


“Gli astronauti”, brano contenuto in “Gli Elefanti” (2015) condivide con “Saturno” il tema dello spazio, ma lo affronta in una chiave, in un certo senso “critica”. Qual è, se c’è, il filo conduttore tra i due brani?

Sono d’accordo. “Saturno” riprende i temi di “Gli astronauti”. Ne “Gli astronauti” credo che ci fosse l’emozione e lo spavento di ritrovarsi nella condizione di un atomo minuscolo in un mondo sconfinato. In “Saturno” invece credo che lo sguardo si rivolga al nostro interno per cercare di capire che potere abbiamo nel muoverci in questo spazio sconfinato e nel modificarlo. Queste cose che vi scrivo però sono solo ipotesi, le canzoni non nascono con dei propositi e mi è solo possibile cercare di capirle dopo averle scritte. Credo che questo sia il bello delle canzoni, possono essere come un pozzo senza fondo.


L’immaginazione è fondamentale per questo viaggio su Saturno, ma quanto è difficile immaginare in un mondo in cui abbiamo praticamente tutto a portata di click?

Non credo che ci siano fenomeni buoni o cattivi di per sé a patto che manteniamo la capacità critica e di non diventare passivi, cercando di mantenere la possibilità di non appiattirci sui significati che ci vengono imposti.


Hai condiviso il palco con artisti come IOSONOUNCANE, Colapesce e Motta. C’è un’esperienza a cui sei particolarmente legato?

Sono state tutte esperienze bellissime, il confronto e l’ispirazione sono fondamentali e ripensarci in questo periodo in cui si fa così fatica a trovarsi e a “contagiarsi” è davvero triste. Speriamo di tornare preso ad ascoltare concerti.


Di tutti gli artisti del panorama italiano, ce n’è uno con cui ti piacerebbe collaborare?

E’ un nome che avete già fatto, IOSONOUNCANE credo che sia un artista incredibile e fare una collaborazione con lui sarebbe davvero bello.


Puoi farci qualche spoiler sui progetti futuri? Come stai vivendo la situazione attuale e le numerose difficoltà che il mondo musicale sta affrontando?

“Saturno” è sicuramente una stazione di partenza, speriamo che chi la ascolta si senta già il biglietto in tasca per le prossime tappe del viaggio. Per quanto riguarda i progetti futuri ci piacerebbe concentrarci sul preparare il momento in cui si tornerà a suonare dal vivo.


Per concludere, una domanda di rito: qual è l’augurio che fai a te stesso e alla tua musica?

Mi piacerebbe che dopo questo periodo di isolamento potessimo riconoscere e apprezzare quanto sia fondamentale stare insieme e fare cultura.


Nel ringraziarti di essere stato con noi, ti facciamo un grande e sentito in bocca al lupo!


Simona Valentini

Arianna D'Ambrogio

Alessia Campiti

Flavia Paoli


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