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Innocente: "Un raggio a strapiombo" è il futuro


Il 5 novembre è uscito "UN RAGGIO A STRAPIOMBO" il nuovo singolo di Giorgio Innocente, in arte INNOCENTE.

Classe 1991, è nato in Salento ma vive da diversi anni a Siena. Si approccia alla musica da giovanissimo, tra i Conservatori di Lecce e Taranto e le accademie, affiancando a questo lo studio delletecniche vocali.

Parallelamente all’attività accademica, Giorgio si dedica al lavoro sui suoi brani e all’attività dal vivo, suonando su palchi come il Mediterraneo Festival e il Salent Festival e collaborando con importanti formazioni del territorio pugliese e non solo.

Studia jazz con il pianista e Maestro Ettore Carucci presso il "Saint Louis College" e poi pianoforte jazz presso “Siena Jazz” con il Maestro Danilo Tarso, nel 2019.

"Il Cuore e l’Abat-Jour" è il suo singolo uscito il 28 aprile 2020, seguito a giugno da "Gitana".

"Un raggio a strapiombo" anticipa l’album IOSONO, in uscita per CinicoDisincanto e Pezzi

Dischi il 27 Novembre 2020.


Ciao, per iniziare raccontaci un po’ di te, chi è INNOCENTE e quale è il

messaggio che gli piacerebbe trasmettere con la sua musica?

Ciao a tutte e tutti, chi è Innocente… Innocente è una combinazione di personalità ed influenze, spesso in contrasto tra loro, che cercano di emergere ricercando un equilibrio. Innocente “musicista”, al quale piace che i propri brani parlino di musica, suonata, pensata.

Innocente “che scrive cose”, che cerca di dare una personale risposta ai quesiti che lo intrigano maggiormente, finendo però, spesso, per concludere con una nuova domanda. Mi hanno sempre affascinato gli artisti che, senza volerlo, immettono il lettore/ascoltatore in un labirinto. Trovare l’uscita è la parte più intrigante, ammesso che ce ne sia solo una.

La mia musica non ha obiettivi specifici o forse uno: “fare musica senza necessariamente preoccuparsi dei numeri. Vorrei si ritornasse a comunicare musica non in funzione dei numeri, ma in funzione delle tematiche.


Quando hai capito che la musica era la tua strada? C’è un aneddoto che vuoi

raccontarci in merito?

Quando mi sono reso conto di non saper fare nient’altro! A parte gli scherzi, sono sempre stato molto titubante riguardo a ciò che scrivevo e come lo facevo, e continuo ad esserlo. Un giorno però, casualmente, credo circa due anni fa, sono entrato in casa di una mia cara amica. In lontananza si sentiva un mio brano, “Il cuore e l’abat-jour”. Era fondamentalmente una bozza, che di tanto in tanto inviavo ai miei conoscenti affinché, complice la mia insicurezza, mi dessero dei giudizi, delle impressioni. Lei non mi aveva mai dato alcun feedback. L’ho vista uscire dalla stanza visibilmente commossa. È stato il responso più bello che avessi mai ricevuto, perché non conteneva parole. Lì mi sono reso conto che forse quella cosa la sapevo fare.


“Ci saranno i sognatori a correggere gli errori”, è un invito ad inseguire i propri

sogni al fronte di scelte razionali che spesso ci sembrano più “giuste”?

Si, spesso nei miei brani affronto le tematiche della razionalità e del suo contrario. Probabilmente perché rispecchiano la mia persona. Ho sempre riflettuto se fosse meglio fare ciò che “sarebbe meglio fare" o ciò che “è meglio fare”. Sono laureato in economia ed ho sempre studiato musica, una contrapposizione che mi ha portato non poche notti insonni. La musica serve anche ad evadere e perché no a creare il proprio mondo fantastico.


La domanda implicita della canzone è “essere simili equivale ad essere

invincibili?”. Tu che risposta dai a questa domanda?

Assolutamente…”ni”! Avere delle somiglianze è ovviamente un pregio, perlomeno in una fase iniziale, ma come tutte le cose troppo ripetitive a lungo andare finiscono per “appiattire” il rapporto. Forse le divergenze, le diversità sono più costruttive, allenano mente e spirito. Parlo, ovviamente, sulla base di esperienze personali.


L’immagine del “raggio a strapiombo” suggerisce quella di una luce

che in un certo senso squarcia l’oscurità. In questo periodo così complicato,

qual è, se c’è, questa fonte di luce per te?

Il futuro. In realtà, nella mia vita, non ho mai pensato al futuro, ho sempre preferito il passato. Vuoi per la mia indole nostalgica, vuoi perché osservando il mondo dell’arte vedo una luce fioca che il tempo (o forse la società) sta spegnendo, mi rifugio in quello che è il passato. In questo periodo, però, serve rimboccarsi le maniche e pensare al futuro come unica speranza.


Dalla tua biografia leggiamo della tua passione per le tematiche ambientali,

quanto questo aspetto della tua vita ha influito sul tuo modo di fare musica?

Ha certamente influito nella trattazione di alcuni temi in determinati brani, ad esempio in “Lacrime di greggio”, brano che troverete nel disco che uscirà fine mese. La musica rimane un veicolo di trasmissione molto potente, quindi perché non utilizzarlo? In realtà, più che nella scrittura, la vicinanza alle tematiche ambientali ha influito su tutta la mia vita. Sarebbe riduttivo circoscriverla in un ambito. Sono un attivista ambientale ed uno studente di economia ambientale, quindi passione e formazione sonosempreandate di pari passo. Credo che la tutela ambientale non sia più una semplice passione, ma una necessità.


“Un raggio a strapiombo” è il tuo terzo singolo e anticipa l’uscita

dell’album “IOSONO”. Qual è, se c’è, il filo conduttore che unisce questi brani

a quelli presenti nel tuo progetto discografico?

Come si intuisce dal titolo dell’album, il filo conduttore è essenzialmente la mia persona. È il mio primo disco e quindi mi sembrava giusto includere tutti i brani per me più significativi e rappresentativi, che raccontassero la mia persona, le mie sensazioni, le paure, le ambizioni, anche solo dei frammenti della mia quotidianità. Io sono tutto ciò che ascolterete in “IOSONO”.


Per concludere, una domanda di rito: qual è l’augurio che fai a te stesso e alla

tua musica?

Di non snaturare il mio modo di vivere e scrivere la musica e al contempo di crescere, insieme.


Grazie per essere stato con noi, in bocca al lupo!


Simona Valentini

Arianna D'Ambrogio


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