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Leonardo Zaccaria: Louvre è un viaggio tra fantasia e realtà

Il 25 settembre è uscito "LOUVRE", il nuovo singolo di Leonardo Zaccaria,cantautore romano di 22 anni, preceduto da “IL SENSO DI UNA STORIA”.
Leonardo Zaccaria inizia a suonare la chitarra da piccolo ma presto sente l’esigenza di scrivere dei testi e cantarli lasciandosi influenzare da artisti che spaziano da Rino Gaetano a Cesare Cremonini, da Ed Sheeran al poeta americano Allen Ginsberg.
Noi di QBMusica abbiamo avuto modo di scambiarci due chiacchiere, continuate a leggere per scopire cosa ci ha raccontato.
Ciao! Per iniziare parlaci un po’ di te, chi è Leonardo Zaccaria e come nasce l’idea di “Louvre”?
Sono Leonardo Zaccaria, ho 22 anni e sono un cantautore romano. Scrivo canzoni da un po’ di anni, lavoro come autore per altri artisti da due anni circa ma è da pochissimo che ho iniziato il mio percorso come artista. Il mio primo singolo “Il senso di una storia” è uscito un mese fa e adesso ho appena pubblicato il mio nuovo singolo “Louvre”.
Louvre nasce in una sera in cui avevo bisogno di dire qualcosa a me stesso. Era un periodo in cui avevo parecchi dubbi e volevo affrontarli, volevo darmi una scarica di adrenalina e magari se possibile, risolverli. Spero che possa essere così anche per le persone che lo ascoltano.
Il brano sembra quasi un inno all’arte e alla notte, luoghi dove l’immaginazione prende il sopravvento tanto che un supermercato diventa il Louvre. Quanto è importante l’immaginazione durante la stesura di un pezzo?
Per me l’immaginazione è molto importante. Nella scrittura di un pezzo a volte elementi di fantasia accompagnano le esperienze reali che ho vissuto e mi aiutano a descriverle. La nostalgia nelle mie canzoni spesso convive con l'immaginazione che, a volte, può rendere il passato un po’ meno amaro ma rischia allo stesso tempo non fartelo guardare davvero per quello che è: quando idealizziamo alcuni eventi passati in fondo stiamo immaginando una versione diversa della realtà.
L'immaginazione è però anche una delle cose più belle e potenti che ci siano, ascoltare una canzone e immaginare una situazione, leggere un libro e sentirsi totalmente immersi in quello che viene raccontato è un sensazione magica ed incredibile.
Il brano è fortemente evocativo, mentre lo si ascolta ci si proietta all'interno della scena, quasi come in un film. Le luci spente, in effetti, potrebbero essere accostate a quelle che si spengono in sala prima dell'inizio di un film. Cosa ne pensi dell’accostamento tra musica e immagine? Quanto è importante saper “evocare” un'immagine attraverso il testo?
La mia altra grande passione oltre alla musica è il cinema quindi questa osservazione mi riempie di gioia e vuol dire che questo mio amore per le immagini trova riscontro in quello che scrivo. Per me è importantissimo sapere evocare delle scene attraverso le parole e credo che spesso i miei testi abbiano questo aspetto “cinematografico”. Ma non è una cosa che ricerco, è spontaneo, probabilmente succede proprio perché sono così affascinato dal linguaggio del cinema e il modo in cui provoca emozioni nella gente.
Quando hai capito che la musica sarebbe diventata la tua strada? C’è un artista che ti ha ispirato in modo particolare durante il tuo percorso?
Non so se esiste un momento preciso in cui capisci che vuoi vivere di musica nella tua vita, forse è più un insieme di tanti momenti ed esperienze che ti convincono sempre di più che questa è la strada che vuoi percorrere. Credo sia una sensazione che ti porti dentro da sempre e che man mano si solidifica diventando sempre più forte dentro di te. Sicuramente ci sono dei momenti simbolici, per esempio quando ho cantato la mia prima volta su un palco, quando ho riascoltato una mia canzone registrata in studio o quando ho iniziato a lavorare come autore per altri. Collegandomi alla seconda parte della domanda anche ascoltare altri artisti mi ha ispirato in maniera tale da convincermi di voler fare musica nella mia vita. Sono tanti i nomi che mi hanno influenzato, se devo citarne qualcuno direi Rino Gaetano, Tiziano Ferro, Cesare Cremonini e Gué Pequeno per la musica italiana e Ed Sheeran, James Arthur e Jeff Buckley nella scena internazionale.
Puoi darci qualche “spoiler” dei tuoi progetti futuri? Album in vista?
Per adesso sto lavorando ai nuovi singoli, e il prossimo, quello che uscirà dopo Louvre, è già pronto. Per quanto riguarda l’album io sono molto legato al concetto di disco quindi ho già in mente qualcosa ma non mi piace anticipare troppo. “Chi vivrà vedrà” citando appunto il grande Rino.
Per concludere, una domanda di rito: qual è l’augurio che fai a te stesso e alla tua musica?
L’augurio che faccio a me stesso è di rispecchiarmi sempre nella musica che faccio, di esserne felice, di esserne rapito e soddisfatto sia a livello tecnico sia per quanto riguarda la componente emotiva. E anzi mi correggo, spero di rispecchiarmi “sempre di più” nelle canzoni che scrivo. L’augurio che faccio alla mia musica è che possa fare da cornice ai giorni delle persone, che possa aiutare gli altri a trovare a volte una casa, a volte uno sfogo e a volte un aiuto per sorridere e, come in Louvre, a lasciarsi andare.