top of page
Cerca
  • Immagine del redattoreQBMusica

Malvax: FOTOGENICA


Dopo essere arrivati tra i 60 selezionati per Sanremo Giovani ed essere stati scelti per il

format “Esordi” di Rai radio due, i Malvax escono con Fotogenica, che anticipa l’uscita dell’album che vedrà la luce nei prossimi mesi. Si sono raccontati al meglio in un'intervista che ha affrontato molti argomenti e ha permesso un'analisi della band dal punto di vista musicale, ma non solo.


Innanzitutto, grazie per essere con noi! Chi sono i Malvax? Presentatevi ai nostri lettori

Grazie mille a voi dell’opportunità! I Malvax sono cinque ragazzi di provincia che si sono conosciuti facendo musica quando erano piccoli e crescendo, dopo qualche anno passato a suonare cover, hanno deciso di fare qualcosa di diverso. Il progetto Malvax nasce ufficialmente nel 2018; la band è composta da Lorenzo Morandi (classe ’98, voce), Francesco Ferrari (classe ’98, piano e synth), Francesco Lelli (classe ’96, chitarra), Alessandro Covili (classe ’99, basso) e Giacomo Corsini (classe 98, batteria), e veniamo tutti da Pavullo nel Frignano, un piccolo comune nell’appennino modenese. Abbiamo scelto il nome “Malvax” prendendo ispirazione da una pianta, la Malva, che da sempre viene utilizzata come antinfiammatorio, e aggiungendo la “X” per farlo sembrare il nome di un medicinale; un po’ per dire col nostro nome che la musica può e deve essere un rimedio nei momenti meno belli, e che può aiutare a elaborare emozioni ed esperienze nel modo più sano.


Siete una band, com’è stato lavorare a distanza in questo periodo di isolamento dal mondo

esterno?

Dei pochi anni da cui suoniamo insieme, il 2020 è stato senz’altro il più duro, in generale per tutto il mondo dell’arte, dello spettacolo e della musica. Per noi, come band, la pandemia è stata sinonimo di stop totale, in particolare durante il primo lockdown: non potevamo trovarci, suonare, lavorare insieme e produrre, potevamo solo lavorare su Skype, cercare di fare del nostro meglio per andare avanti, come potevamo. A maggio fortunatamente la situazione era migliorata, quest’estate abbiamo avuto occasione di lavorare e di riprendere un po’ in mano la situazione, ma la situazione ha ricominciato ad aggravarsi e questi continui cambiamenti e riprese del Virus rendono il lavoro di una band molto più difficile; tutto può cambiare da una settimana all’altra, non puoi fare programmi. Si cerca di lavorare il più possibile, compatibilmente con la sicurezza e con le regole del momento. Speriamo soltanto che ritorni al più presto la normalità, prima di tutto per la salute di tutti quanti noi, ma anche per il bene di tutti i settori che sono stati letteralmente massacrati negli ultimi tempi.


“Fotogenica” è il vostro nuovo singolo. Quali sono i punti di somiglianza e quali di totale

differenza rispetto ai lavori precedenti?

Con Fotogenica, e in generale con tutti i brani di questo nuovo progetto che vi stiamo facendo conoscere, abbiamo cercato una crescita un po’ sotto tutti i punti di vista rispetto al lavoro precedente. I tratti più differenti sono sicuramente arrangiamenti più consapevoli e articolati, con aggiunta di synth e di suoni più ricercati, e anche un certo cambio di mood a livello testuale, un po’ più ottimistico e sereno, se così si può dire; quello che ci portiamo dietro e che speriamo di non perdere mai è sicuramente una certa semplicità e sincerità, che speriamo sempre di riflettere in quello che facciamo.


Il brano vuole raccontare la voglia di iniziare la propria vita, di avere la propria indipendenza, di cercare la propria strada. Siete di Pavullo nel Frignano, trovate che la realtà di un piccolo paese limiti le possibilità di imporsi nel mondo dei “sogni per il futuro”, rispetto alle grandi città?

Sinceramente, nel 2020 non possiamo dire che venire da un piccolo paese abbia un impatto così determinante nella vita di una persona. Sicuramente crescere fuori città ti da un modo diverso di vedere le cose e di affrontare la vita, quello sì, e come tutte in tutte le cose ci sono dei pro e dei contro: da un lato essere fuori città significa realmente partire da zero, imparare ad affrontare un mondo più veloce e frenetico di quello in cui sei cresciuto, e all’inizio è facile sentirsi spaesati; anche la possibilità di empatizzare con persone che hanno vissuti diversi, o banalmente di farsi conoscere e farsi sentire da un pubblico più ampio te le devi guadagnare un po’ di più, e questo in qualsiasi ambito, anche al di fuori della musica. Dalla nostra parte bisogna dire che Pavullo ha diverse scuole di musica di alto livello e questo ha contribuito a costruire un vivaio di tanti giovani e bravi musicisti rispetto al numero di abitanti. D’altro canto, venire dalla provincia ti permette di vivere con una tranquillità che fa bene al cervello e all’anima, e questo si riflette nella creatività e nella sincerità dei contenuti.


Il brano anticipa l’uscita dell’album che vedrà la luce nei prossimi mesi. Cosa dobbiamo aspettarci da questo progetto?

In questo progetto abbiamo lavorato tanto con l’obiettivo principale di crescere, a livello personale e di band, e di mettere in gioco suoni e parole nuove. Ad oggi, al secondo singolo, siamo molto soddisfatti di come sta andando: abbiamo portato due canzoni d’amore che parlano anche di vita in generale, molto diverse tra loro ma che portano avanti una stessa identità di base, e di questo siamo molto contenti. Lo stesso succederà nei prossimi mesi, con i prossimi brani: canzoni diverse, suoni diversi e con richiami a generi diversi, ma sempre sotto un obiettivo generale: raccontare storie che siano un po’ di tutti, nelle quali chi le ascolta possa trovare una sua esperienza, un ricordo o ancora meglio che possa trovarvi dentro nuove emozioni. Se questo succederà, sarà una vittoria.


Nell'ottobre del 2020 venite selezionati tra i 60 per Sanremo Giovani e partecipate al format “Esordi” di Rai radio due. Cosa vi augurate per il vostro futuro?

Due esperienze bellissime e un vero onore, oltre che una responsabilità. Entrare in quei 60 artisti ci ha resi fieri ma anche più consapevoli, sia di quello che possiamo fare, che di quanto ancora dobbiamo lavorare per raggiungere i nostri obiettivi. Per il futuro ci auguriamo senz’altro di ripartire alla grande dopo questo anno di stop, di tornare a suonare e di continuare a fare quello che amiamo, sempre meglio e sempre al massimo. Sicuramente ci riproveremo anche con Sanremo Giovani, e visto che sognare è gratis, noi sogniamo.

bottom of page