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Matteo Alieno: senza immaginazione è impossibile scrivere canzoni

Il 9 ottobre è uscito "Astronave" l'album di Matteo Pierotti , in arte Matteo Alieno, cantautore romano romano classe ’98.
Sin da piccolo scrive e compone musica e nel 2019 il suo primo singolo “Non mi Ricordo” e a gennaio di quest'anno pubblica i brani “Fantasia”, “Rallentare” e “La luce dentro di te”.
A Maggio partecipa al “Primo Maggio Next 2000” con “Non mi Ricordo” , catturando l'attenzione della giuria con una performance molto particolare (Fate click qui per vederla).
“La Paura”, singolo uscito il 2 ottobre è il singolo che anticipa l'album "Astronave".
Abbiamo avuto modo di scambiare due chiacchiere con quest'artista sorprendente, continuate a leggere per scoprire cosa ci ha raccontato.
Ciao! Per iniziare, raccontaci un po’ di te e del tuo album “Astronave”...
Ciao! Molto piacere innanzitutto, Matteo. Sono un ragazzo che scrive canzoni in mondo
strano ed è appena uscito il mio primo disco “Astronave”, che più che un disco è un mezzo
di trasporto immaginario, che viaggia dentro e fuori di me insieme ad un fantastico
equipaggio di musicisti.
Le tracce dell’album corrispondono alle tappe dell’astronave. Possiamo definire questo percorso come un viaggio introspettivo? Se si, c’è una tappa che ti sta particolarmente a cuore e che vorresti raccontarci in modo più specifico?
Il viaggio di “Astronave” è un viaggio basato sulla ricerca, sul tentativo di capire qualcosa di
me sia all’interno di me stesso, sia all’interno del mondo che mi circonda. Ogni luogo,
quindi ogni canzone, per me è importante, il luogo più intimo, più introspettivo è
sicuramente “La paura”, un tuffo nel mio abisso, nel vuoto delle incertezze.
Parlaci un po’ degli adattamenti, è evidente che ci sia un grande studio dietro. La musica sembra, infatti, evocare particolari stati d’animo. Quanto è importante il ruolo evocativo della musica all’interno della stesura di un brano?
Il ruolo evocativo della musica ha un’importanza centrale nelle canzoni, ma secondo me in
tutte quelle della storia, anche quelle che sembrano più semplici evocano qualcosa di
preciso. In questo disco gli arrangiamenti sono tutti suonati da persone vere, musicisti, e per
me è una fortuna aver fatto un disco del genere nel 2020, la testimonianza che ancora si
suona, e si suona tanto e con tanta passione
L’immaginazione ha un ruolo fondamentale nel tuo modo di fare musica. Quanto è importante essere un po’ “sognatori” nella vita di tutti i giorni?
Per me immaginare è fondamentale, l’immaginazione è dietro ogni cosa, è ciò che ti estrae
dall’ordinario, che ti consente di vedere il rovescio della medaglia, un punto di vista diverso da quello normale, una forchetta può diventare una spada, un foglio può diventare un aeroplano e così via. Senza immaginazione è quasi impossibile scrivere canzoni.
Il videoclip de “LA PAURA”, realizzato da Lorenzo Piermattei, ha accompagnato l’uscita
dell’album. Vuoi parlarci un po’ di come è nata l’idea del video e del significato che assume?
Insieme a Lorenzo Piermattei, mio grande maestro, volevamo parlare dell’oscurità, come se io mi trovassi in un buco nero, sempre per parlare dello spazio, e lui è riuscito a rendere reale questo luogo, è stato incredibile.
A maggio hai partecipato al celebre “Primo Maggio Next 2000” con il brano “Non mi ricordo” e una performance che ha attirato l’attenzione di tutti dal momento che sei riuscito a sincronizzare chitarra acustica, elettrica, basso e batteria da te stesso suonati. Cosa ti ha lasciato quest’esperienza e in generale questo modo di fare musica “adattato” alle esigenze del tempo e del lockdown? Come l‘hai vissuto?
Il Primo Maggio è stata un’esperienza assolutamente formativa, suonare in quel modo alternativo è stato utile per conoscermi meglio, per sopravvivere bisogna usare tutte le risorse acquisite nel tempo, e io ho capito che le mie erano gli strumenti musicali e la passione per la musica. Il Primo Maggio nonostante tutto è riuscito a sopravvivere e per me è stato un sogno.
C’è un artista a cui ti ispiri e con cui ti piacerebbe collaborare?
In questo momento mi piacerebbe molto collaborare con tanti artisti, una persona su tutti non c’è, però su due piedi ti direi Margherita Vicario, ha una creatività schizofrenica molto affascinante.
Per concludere una domanda di rito, qual è l’augurio che fai a te steso e alla tua musica?
8Mi auguro di crescere e di imparare sempre di più, sono piccolo in un mondo gigante! Grazie mille, a presto, un abbraccio.
Simona Valentini
Arianna D'Ambrogio