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NAPOLEONE: Vito Manzo e Porta Pacienza

Oggi vi parliamo di Napoleone, un artista a 360 gradi. Dopo il successo del primo singolo, Amalfi, continua a raccontare la storia di Vito Manzo, personaggio a cui ha deciso di dare voce con canzoni che arrivano dal passato ma vivono nel presente, con Porta Pacienza. Davide Napoleone è un cantautore e autore di canzoni. Le canzoni di Davide iniziano a suscitare un interesse che lo portano a fare da spalla ad artisti come Max Gazzè, Brunori Sas, Levante, Riccardo Sinigallia. Inizia a collaborare con Sony Atv. “Solo per un po’" di Michele Bravi, “Elefante” dei Booda, “Nuova Genesi” di Gaia Gozzi,“Bonsai” di Chiara Galiazzo sono solo alcuni dei brani che vedono la penna di Napoleone. A seguire c'è l'intervista a questo artista.


Per cominciare chi è Napoleone?

Principalmente sono un autore di canzoni e dal 2016 ricopro anche le vesti di produttore per Sony/ATV. Da giugno scorso ho iniziato a muovere i primi passi verso una carriera artistica solista.


A tal proposito ti abbiamo conosciuto come autore per molti artisti della musica italiana. Quali sono le differenze principali che riscontri tra l’essere autore e cantautore?

All’inizio pensavo che non ce ne fossero e in realtà ho trovato più difficoltà nel passare da essere autore all’essere cantautore che il contrario. Con il passare del tempo e attraverso il lavoro con artisti molto eterogenei l’uno rispetto all’altro, ho iniziato a capire che, qualora avessi deciso di intraprendere una mia carriera artistica, avrei dovuto trovare una strada molto personale e questo non è stato assolutamente facile per me. È anche per questo che non ho deciso di provare questa strada già anni fa. Mi sono ripromesso di scrivere e cantare per me solo nel momento in cui avessi avvertito un'esigenza forte di farlo. Con questo nuovo progetto mi sono abbastanza convinto di avere qualcosa di importante da raccontare a coloro che vorranno ascoltare la mia musica.


Tu hai scritto per Chiara Galiazzo, Michele Bravi, Gaia Gozzi. Tutti e tre sono artisti emersi dai talent come X Factor e Amici. Qual è la tua opinione in merito ai talent?

La mia unica esperienza nei talent è stata l’anno scorso ad X Factor assieme ai Booda. E’stato un lavoro che ho accettato in primis perché non potevo assolutamente rifiutare la chiamata del giudice Samuel e poi perché volevo fare questo tipo di esperienza che ancora mi mancava e che volevo sperimentare. Per il resto, gli artisti con cui ho lavorato erano già fuori dal contesto talent. Per esempio con Gaia Gozzi avevo già scritto molto prima della sua partecipazione ad Amici. In generale credo che i talent debbano rimanere una vetrina importante per chi vuole parteciparvi come punto di inizio e non di arrivo.


Poco fa ci parlavi dell’esigenza di raccontare qualcosa. Nei tuoi brani parli della storia di Vito Manzo. Puoi spiegarci questo personaggio e com’è nata l’idea di dargli voce?

Io sono originario della provincia di Salerno e un mio caro amico di Amalfi, nonché socio di etichetta con la quale mi autoproduco, qualche estate fa mi aveva iniziato a parlare di un suo parente misterioso e mi raccontò che era morto in circostanze misteriose. Era un falegname di umili origine, figlio del Sud, con la passione per la musica, per le macchine e che non è mai riuscito a coltivare le sue passioni. È morto nel 1957 e ha vissuto il suo sogno durante il dopoguerra tra tante difficoltà, vedendo allontanarsi la ragazza di cui era innamorato che stava emigrando al nord. Sono piccoli dettagli che in qualche modo hanno richiamato la mia storia. A differenza sua ho avuto occasione di trasferirmi lontano per coltivare la mia passione. Per gioco ho iniziato a scrivere sotto forma di canzone le storie che avevamo raccolto attorno a questo personaggio; ho deciso di creare un progetto che va anche oltre la musica e comprende uno sceneggiato teatrale che sto provando a scrivere insieme ad un mio amico. È sicuramente un progetto molto ambizioso che spero di realizzare.


“Porta Pacienza” è il secondo capitolo di questo racconto in cui parli della storia d‘amore tra Vito e Maddalena e della pazienza che bisogna portare prima di uscire allo scoperto da una storia d’amore. Quali sono i temi che emergono nel brano al fianco dell’amore?

Un altro dei temi che sto provando in qualche modo ad “esaltare” oltre quello dell’emigrazione, è quello della situazione meridionale, per com’era e per com’è ancora oggi. Ci sono ancora discriminazioni e differenziazioni all’interno della nostra società. C’è un brano che uscirà che parla di Maddalena che lascia Amalfi per andare a Milano e all’epoca quell’emigrazione era la stessa che oggi vediamo per i popoli nord-africani che arrivano nel nostro Paese. Mio padre viveva a Torino e mi raccontava che nei quartieri che oggi sono multietnici si trovano i cartelli recanti la scritta “Non si affitta agli immigrati”. Quando partì per Torino, negli stessi palazzi, non erano accettati i meridionali. Questo per dire che è una storia che si ripete. Attraverso queste storie di un’altra epoca sto cercando di raccontare l’attualità.


Pensando all’emergenza sanitaria, quale sarebbe secondo te un modo per far ripartire la musica attenendosi alle regole?

In merito a questo ci sono varie scuole di pensiero: c’è chi ha deciso di fermarsi, chi ha deciso di continuare, chi ha annullato la tournee. Io credo che nel limite del possibile sia necessario continuare a organizzare musica dal vivo per cercare di dare continuità agli operatori dello spettacolo, nel tentativo di mantenere il proprio mestiere. Parliamo di chi è dietro le quinte e lavora sul palco o organizza i concerti. La tutela non dovrebbe essere non tanto per gli artisti ma per i lavoratori dello spettacolo che lavorano per la realizzazione di ogni live. L'artista continua comunque in qualche modo ad essere presente e perciò non scomparirà mai. Lo stesso non si può dire per i lavoratori che rischiano di non poter ritrovare lo stesso lavoro.


Sai darci qualche anticipazione rispetto ad un futuro album e agli eventi live?

Covid permettendo, spero di avere un disco pronto per la primavera 2021. Mi piacerebbe organizzare delle occasioni live, suddividendo magari il periodo estivo con luoghi all’aperto per poi proseguire in inverno con un futuro spettacolo più intimo a teatro.


Una domanda di rito. Qual è l’augurio che fai a te stesso e alla tua musica?

Di essere sempre sincera, di mantenersi così nel tempo al di là delle logiche di mercato e fuori dal business per restare più naturale possibile e vicina a quello che sono io. La musica deve mantenere verità e sincerità, elementi che arrivano sempre al pubblico.

Grazie di essere stato con noi e in bocca al lupo!


Arianna D'Ambrogio Flavia Paoli Simona Valentini

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