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  • Arianna e Simona

#QBMissioneMusica: Ermal Meta


Quello in cui vi siete imbattuti è il primo capitolo di una rubrica settimanale in cui vi parleremo di vari artisti, scelti dai nostri lettori in base a dei sondaggi sui nostri social. Nella settimana passata abbiamo raccolto migliaia di voti in quanto quando si nominano due tra i nomi più importanti del panorama musicale italiano, i fan tirano fuori gli artigli. In questa settimana autunnale in cui, finalmente, abbiamo tirato fuori le copertine e le tisane bollenti, vi parliamo di uno dei due vincitori del Festival di Sanremo di quest'anno, nonchè una figura di spicco del mondo cantautorale dei nostri giorni: Ermal Meta.

Ermal Meta, classe ‘81, arriva dall’Albania molto giovane, ma già pieno di voglia di scrivere a fuoco il suo nome nel mondo.

La sua prima canzone é dedicata alla ragazza di cui aveva una di quelle cotte che si ricordano col passare degli anni, quando ancora non sapeva che col passare degli anni sarebbe diventato una delle penne più note e importanti dello scenario musicale italiano.

La sua avventura con le band si conclude, cosi decide di dedicarsi alla scrittura di brani per degli artisti, per poi concentrarsi sul suo essere cantante e artista a 360 gradi. Con i suoi testi mai banali e pregni di significato scala classifica dopo classifica e riempie di note ed emozione ogni città d’Italia con dei tour lunghissimi e mai deludenti.

Ci siamo imposti di scegliere un paio di canzoni o un album di cui parlarvi un po’ più approfonditamente, ma quando ci siamo trovati davanti alla sua discografia abbiamo realizzato che è pressoché impossibile. Partiamo da Umano, il primo disco da solista dell'artista in seguito allo scioglimento del suo gruppo La Fame di Camilla, in cui è presente Odio le favole , presentato da Meta nella sezione "Nuove Proposte" del Festival di Sanremo 2016; in cui troviamo testi mai banali, che accolgono la personalità dell'autore al 100%, forse anche di più. Passiamo per Vietato Morire, album contenente la canzone omonima con cui l’artista ha partecipato al Festival di Sanremo 2017. Si arriva nel 2018 all’album Non abbiamo armi, contenente la canzone Non mi avete fatto niente, con cui il cantautore albanese si è aggiudicato il leoncino d’oro con il ‘compare’ Fabrizio Moro.

Il filo conduttore di ogni canzone e ogni album è la presenza evidente dell’Ermal persona, che spicca fiera e intrisa di spaccati di vita vissuta che l'hanno fatto crescere e diventare chi è oggi.

Da sempre Ermal ha ripetuto ai suoi fan, di ogni età e genere, visto che può vantare un fandom eterogeneo e variegato, che l’informazione è alla base della vita e della crescita, che bisogna informarsi, leggere e se necessario lottare contro i mulini a vento a suon di cultura. “Siate ferro, acciaio”, consiglia ai più giovani, non ci si deve far modellare come il legno.

Ermal è uno che di libri ne ha divorati molti, ha più volte manifestato la volontà di scrivere un libro, un romanzo per la precisione. L'artista si è immerso nella cultura e riesce a diffonderla a propulsione.

Possiamo trovare letteratura in molti testi di Ermal Meta. Come dichiarato da lui stesso, alcune canzoni prendono vita in seguito alla lettura di libri, fonte di particolare ispirazione. É il caso di Voodoo Love (contenuta nell'album Vietato Morire, 2017) ispirata al libro “Alchimia del Desiderio” di Tarun J. Tejpal. L’amore è per l’artista un incantesimo, qualcosa che semplicemente accade, magico e spontaneo. È far parte di un progetto comune senza saperlo. Questa visione non si scosta tanto da quella fornita da Tejpal in uno dei passaggi più significati del libro: “Non devi desiderare per cento anni o amare per cento anni perché questi sentimenti siano veri. L’amore di un attimo passeggero, il desiderio di un istante sono legittimi e veri quanto quelli di dieci anni. Non lasciare che ti convincano del contrario. Quando l’amore o il desiderio ti toccano, ti tocca il divino.” Un amore, dunque, che prescinde dagli schemi razionali e si configura come espressione della passione e del desiderio. Un amore fatto di piccoli gesti e semplicità, dotato però di una forza travolgente.

Pensando alla letteratura, anche il titolo di uno dei suoi pezzi più famosi, “Lettera a mio padre” (contenuta nell'album Umano, 2016), richiama l’opera kafkiana “Lettera al padre”. Sebbene molto distanti tra loro, entrambe le lettere sono accusatorie nei confronti di una figura paterna oppressiva e conflittuale. Mentre l’opera di Kafka si presenta come una sorta di analisi psicanalitica, per via anche delle influenze provenienti dalla contemporanea nascita della psicanalisi freudiana, quella di Ermal si configura come un vero e proprio sfogo di un figlio determinato a trasformare la sofferenza passata in qualcosa di positivo. Il testo, crudo e diretto, descrive la figura paterna senza mezzi termini, é un mostro, una bestia di cui restano solo alcune somiglianze e il cognome. Ora però è giunto il momento di cancellare il passato, di attaccare le ali dove sono le cicatrici e spiccare il volo.

Bice, ma in questo caso è meglio chiamarla Beatrice, è la donna che impersonifica un amore che nasce di fretta, che sopravvive alla lontananza, vince qualsiasi cosa e ha ispirato la commedia regina della letteratura: la Divina Commedia. “Beatrice non avrebbe niente da insegnarti, ragazza Paradiso”, con queste parole Ermal, nel brano "Ragazza Paradiso" (contenuta nell'album Vietato Morire, 2017) , sottolinea quanto la donna amata al centro di questa canzone raffiguri per lui la perfezione, la pura essenza della femminilità e dell’amore, capace di arrivare fino allo stadio divino, paradisiaco.

In “Umano” (brano omonimo dell'album di esordio da solista del 2016) Ermal fa i conti con Nietzsche. L’umano della canzone fa i conti con la perdita delle certezze, con la ricerca di se stesso all’interno del caos, dentro “quello che non so di me”. Il protagonista della canzone si scontra proprio con questo caos, con la perdita delle certezze. L’anima appare smarrita Pirandelliana é la citazione “uno, centomila, non c'è più nessuno”, altro elemento che sottolinea smarrimento e disordine. L’essere umano si perde e poi si ritrova, ricrea se stesso e si eleva ad Oltre uomo, a quell’ “umano troppo umano” che é l’assoluto protagonista della canzone.

Potremmo andare avanti per ore a parlare di Ermal e dei suoi brani sempre pieni di significato, mai fuori luogo e che non fanno mai perdere l'occasione di riflettere. Il nostro viaggio all'interno del fiume di parole scritte dall'autore per oggi si conclude qui, è sempre un grande piacere perdersi nei labirinti che solo parole ben studiate sanno creare.

Ci sembra opportuno concludere la nostra chiacchierata con il video di un'esibizione live, in quanto il palco è il luogo in cui l'artista riesce ad esprimere tutta la sua vera essenza. Questa è "9 primavere", ultimo estratto dall'album Non Abbiamo Armi, live dal Forum di Assago.

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