A tu per tu con Jeson: "La chiave è quella di rimanere sé stessi. La collaborazione con Marco Mengoni? Un'esperienza incredibile"
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Jeson, cantautore e autore romano classe 1998, è tra i 24 semifinalisti di Sanremo Giovani con il brano “Inizialmente tu”. Cresciuto a Cinecittà, ha iniziato a scrivere giovanissimo, sviluppando uno stile che unisce introspezione, sonorità urban e influenze R&B. Negli ultimi anni ha consolidato la sua presenza nella nuova scena cantautorale con una serie di singoli che raccontano fragilità, relazioni e crescita personale, imponendosi come una delle voci più autentiche della nuova generazione.
La collaborazione con Marco Mengoni nel featuring “Lasciami indietro” ha segnato una svolta importante. Nel 2024 e 2025 sono usciti i singoli “Che farei”, “Me manchi da morì” e “Vagabondo”, che confermano la sua scrittura emotiva e contemporanea. Con “Inizialmente tu”, Jeson porta a Sanremo una storia fatta di nostalgia, scelte mancate e autenticità.
Di seguito la nostra intervista:
Come ti sei sentito quando hai saputo di aver fatto un gradino in più?
È stata una bella esperienza. Non l’ho realizzato subito, sono sincero, però mi ricordo che stavo in treno e stavo tornando da Roma a Milano. Avrei voluto fare tantissime cose, urlare dalla gioia però purtroppo stavo lì e dovevo un po’ trattenere leggermente l’entusiasmo
E qual’è stato il momento esatto tu hai capito che era quella la canzone giusta? Cioè che doveva uscire in quel momento e che poteva essere pure valida per quel percorso?
Ma in realtà quella canzone io già ce l’avevo. Non è tanto che l'ho scritta troppo tempo fa e sicuramente però la scelta di andare con quella è arrivata subito. È stata proprio una cosa istintiva provarci con questo brano
Ma è autobiografico il brano?
C’è sicuramente qualcosa di autobiografico nel brano. L’ho scritto insieme a un altro ragazzo con cui lavoro spesso anche per lavorare a brani di altri ecco un altro autore che si chiama Leonardo Zaccaria. Però si, sicuramente ci sono punti di vista miei come ci sono anche i suoi. Uno scambio di esperienze e di idee
Ma per ora ti reputi soddisfatto della reazione del pubblico? È come te lo aspettavi fino ad adesso?
Sì sì, devo dire che stanno apprezzando il brano. Io ovviamente ho un percorso diverso di tanti che gareggiano quest’anno a Sanremo, ci sono molti ragazzi e ragazze che vengono da un talent show e quindi hanno una nicchia di pubblico solido però devo dire che per quello che ho visto e ho notato la gente lo sta apprezzando soprattutto per il testo, per il viaggio e la dimensione
Però Sanremo da una parte ti apre al pubblico ma dall’altra devi essere capace di attrarlo molto.
“Si è vero”
Come vivi questa realtà del pubblico variegato? Cioè non ti trovi davanti soltanto al tuo pubblico come ad un live, ti trovi davanti a tante ipotetiche persone
È vero è vero, infatti bisogna comunque mantenere la calma, non farsi prendere dall’ansia perché mi rendo conto che il contesto un po’ lo impedisce
Io sarei già scappata
Guarda è un passo importante perché comunque sia anche se sei in seconda serata ovviamente e quindi non ha lo stesso pubblico che ha anche il festival di Sanremo vero e proprio. Però comunque secondo me la chiave è quella di cercare sempre di essere spontanei e se stessi, dare l’idea di divertirsi perché secondo me poi alla fine è quello che fa tutto.
Più che altro devi fingere di sentirti a tuo agio in quello che stai facendo
Sì sì esatto esatto. Se non ti ci senti almeno devi fare lo sforzo di fingere. Quello è importante
Ma a parte Sanremo qual’è stato il momento più intenso fino ad ora? Ce n’è stato un altro?
Bhe io mi sono tolto anche tante soddisfazioni, anche facendo l’autore per altri. Comunque ci sono stati momenti, anche quest’estate, suonando dal vivo e ho ricevuto apprezzamenti anche da parte di artisti con cui ho avuto l’onore e il piacere di lavorare quindi tutto questo mi fa capire che comunque il viaggio è giusto e sono molto felice
A me viene in mente la canzone con Marco Mengoni, cavolo quella è tanta roba
Sì sì, quella è stata sicuramente una esperienza incredibile con Marco. Quello che dicevo prima, l’ho conosciuto tramite il mio lavoro d’autore, quindi ho scritto per lui un brano che poi a lui è piaciuto molto e gli piaceva anche come lo cantavo
Bhe lì avete osato tanto le vostre abilità vocali, cioè si sente tanto anche di te
Sì, più che altro abbiamo scritto un brano che accomuna i nostri gusti. Entrambi abbiamo delle radici un po’ soul e anche del gospel che culturalmente non è una cosa italiana, è prettamente americana però a noi due piace molto quindi ecco che ci siamo trovati molto
Infatti l’accoppiata è più che vincente nel brano
Sì sì
Tu senti che il tuo sound sta andando più verso quella direzione o ti senti più a tuo agio magari ecco nel cantautorato italiano e avvicinarti un po’ a questa realtà?
Sicuramente il soul è un qualcosa che mi porto dietro. Il cantautorato è il mondo che ho scoperto poi, perché sinceramente io vengo dal rap e l'ho scoperto dopo, però mi ha aiutato anche per quanto riguarda il linguaggio di cercare la semplicità e di parlare a qualcuno. Questa è una cosa che mi ha formato molto. Comunque sia, il mondo mio sonoro è un mix di contaminazioni
E tra la scrittura, il live e la produzione quale preferisci? È tipo scegliere mamma o papà però qual’è la parte che preferisci?
Sono indeciso. Ti potrei rispondere live e scrittura perché la scrittura è il processo creativo da cui nasce tutto e quella è una cosa bellissima cioè trovarmi insieme alle persone con cui lavoro per fare musica è una delle più grandi soddisfazioni che ho. Ovviamente poi incontrare un pubblico e cantare le canzoni che scrivi è un altro tipo di soddisfazione. Secondo me coesistono, sono entrambi essenziali di un percorso di un artista
Tu mi hai parlato tanto di collaborazioni, persone per cui hai scritto. Una collaborazione invece che sogni?
Guarda allora io sono un grande amante di Marracash perché ci sono cresciuto e secondo me lui ha una delle penne più belle d’Italia, quindi sì con lui. Non so cosa verrebbe fuori perché siamo due mondi diversi però lo rispetto molto
Ti faccio l’ultima domanda di rito: qual è l’augurio che fai a te stesso, alla tua musica e se coincide
Sicuramente coincidono, perché siamo la stessa identica cosa. L’augurio che faccio è quello comunque sia di trovare un posto nel mondo tramite ovviamente quello che faccio, anche come persona e viverlo in maniera serena. questo è l’obiettivo che ho sia personale che artistico
Arianna D'Ambrogio






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