Sulla mia pelle: gli ultimi sette giorni di Stefano Cucchi
- Simona e Arianna
- 12 set 2018
- Tempo di lettura: 3 min

"Buongiorno, sono Cucchi Stefano, nato a Roma il primo ottobre 1978.. Sì, '78, mi scusi non riesco a parlá tanto bene.."
"Lavora?"
"Lavoro con mio padre"
"È coniugato? Ha figli?"
"No, sono celibe"
"Ha precedenti?"
"Sì, non per droga.. Però ho precedenti"
Iniziano così i sette giorni che hanno portato Stefano ad un triste epilogo.
Trovato dai carabinieri in possesso di hashish e cocaina, Stefano diventa il protagonista di una storia che tutt’oggi non ha trovato spiegazione.
"Mi dichiaro innocente per quanto riguarda lo spaccio. Mi dichiaro invece colpevole per quanto riguarda la detenzione".
Stefano Cucchi è stato il centoquarantottesimo morto in carcere. Il totale del 2009 è di 172 decessi. I medici e i periti dei processi non hanno ancora trovato una spiegazione scientificamente condivisa sulla morte di Stefano Cucchi.
Il primo processo per la morte di Stefano Cucchi è finito con l’assoluzione di tutti gli imputati. Dopo nuove indagini della procura della Repubblica, il 10 luglio 2017 il giudice per le udienze preliminari ha rinviato a giudizio tre carabinieri per omicidio preterintenzionale e altri due per calunnia e falso atto in pubblico.
Sulla mia pelle è il film narrante gli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi. I protagonisti di quest'avvincente pellicola diretta da Alessio Cremonini sono: Alessandro Borghi, Jasmine Trinca, Max tortora, Milvia Marigliano.
Il film racconta gli ultimi giorni di Stefano senza mai schierarsi, fornendo una cronologia dettagliata degli eventi come si sono susseguiti. 100 minuti che arrivano dritti allo spettatore come un pugno nello stomaco, non c'è bisogno di sentimentalismi. Le riprese seguono il ritmo incalzante degli avvenimenti; lo spettatore è portato ad entrare in empatia con il protagonista anche per il pathos dato dall’interpretazione di un fenomenale Alessandro Borghi, il quale meriterebbe sessanta minuti di applausi ininterrotti. Sono molti i respiri e i sospiri che fanno da cornice agli eventi, questo rende il tutto più intenso. Man mano che la storia viene vissuta, la fotografia si scurisce, la scena della morte del protagonista è quasi del tutto buia.
Il film parte dall'epilogo: il ritrovamento da parte degli infermieri del corpo senza vita dell'imputato Stefano Cucchi.
Stefano viene descritto come un ragazzo comune, che vive la sua giornata tipo tra la famiglia, lo sport. La dipendenza fa da cornice alla vita di Stefano, già in via di disintossicazione dalla droga.
Il poco più che trentenne viene perquisito e successivamente arrestato da una pattuglia di carabinieri una notte, alcuni dei quali in borghese. Nonostante a casa dei genitori non venga trovato alcun tipo di sostanza stupefacente, Stefano Cucchi viene portato in una cella.
Il pestaggio che avviene in caserma viene lasciato intuire dallo spettatore, non è mostrato.
"Il dolore è traditore, viene fuori piano piano", questo Stefano lo vive, dal momento "dell'incontro ravvicinato" con i carabinieri è un crescere di sofferenza e incomprensioni.
Stefano fino all'ultimo giorno di vita rifiuta le cure per avere l'opportunità di parlare con il suo avvocato, persona che, nel suo breve calvario, non riuscirà mai ad incontrare e si troverà ad essere affiancato da un avvocato d'ufficio.
La famiglia di Stefano, nonostante i molti tentativi, non riesce a vederlo in quei sette giorni, viene a sapere della sua morte solo dalla notifica dell'autopsia.
Dalla morte di Stefano, Ilaria Cucchi, i genitori Rita e Giovanni e l’avvocato Fabio Anselmo hanno iniziato una lunga battaglia per la verità. Nel 2017 hanno fondato una Onlus intitolata a Stefano per difendere i diritti umani e civili del cittadino.
Stefano fino alla fine sostiene di essere caduto dalle scale per non rivelare la verità sul pestaggio.
"Quanno la smetterete de raccontà la stronzata delle scale?"
"Quanno le scale smetteranno de menacce".
Sulla mia pelle è disponibile su Netflix a partire da oggi, 12 settembre 2018, ed in alcuni dei migliori cinema d'italia (forse troppo pochi).

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